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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2010 alle ore 10:14.
L'ultima modifica è del 06 novembre 2010 alle ore 06:38.
Chi si iscrive a Facebook poteva fino a ieri importare sul social network la propria rubrica di contatti, con numeri di telefono e indirizzi di email, che aveva registrato su Google. Ma Facebook impediva ai suoi utenti di fare altrettanto, esportando le informazioni sui loro amici per registrarle anche nella piattaforma di Google (una delle molte restrizioni che alimentano l'attenzione intorno al prossimo avvento di Diaspora, social network che promette di essere del tutto dalla parte degli utenti).
Ebbene, ieri, Google ha unilateralmente bloccato il passaggio d'informazioni personali verso gli altri servizi online che non garantiscano una reciprocità.
Così, in un giorno, con un comunicato aziendale, le regole che riguardano la privacy online sono cambiate in modo importante. Dati molto personali, come quelli che riguardano le relazioni tra le persone e il modo per trovarle online e per telefono, passavano da un'azienda all'altra senza controllo: ora la pratica è stata temporaneamente bloccata. Potranno riprendere a circolare tra i diversi database in futuro, purché tutte le piattaforme ne traggano vantaggio e non solo una.
Nello stesso giorno, l'Unione Europea ha dichiarato una nuova offensiva sulla protezione della privacy online. La commissaria alla Giustizia, Viviane Reding, che sta lavorando alla nuova regolamentazione, dice che «la protezione dei dati personali è un diritto fondamentale». Ha proposto norme che obblighino i provider di servizi online a pratiche innovative. Gli utenti dovranno avere la possibilità di cancellare o far cancellare tutti i dati che li riguardano quando lo ritengano opportuno, anche se sono stati loro stessi a registrarli. E le piattaforme online dovranno chiedere il permesso agli utenti prima di poter usare in qualunque modo i loro dati per fini commerciali. Cambiamenti molto significativi, per le aziende. Che potrebbero minare la loro capacità di offrire agli inserzionisti pubblicitari un servizio di grande valore: le informazioni personali servono infatti per lanciare i messaggi pubblicitari mirando in modo estremamente preciso ai gruppi di utenti più interessati.