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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 06:33.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2010 alle ore 15:25.
Ci vorrebbe un'Allianz. Nel senso di sponsor. Per la Pompei che cade a pezzi - ieri giù come un grissino la Schola Armaturarum - servirebbe un concorso non di idee, ma di fondi. E uno sponsor, che paghi e in cambio metta il suo timbro colorato lungo Via dell'Abbondanza, come fa Allianz con lo stadio di Monaco, oggi appunto Allianz Arena. Certo il sito antico meglio conservato e più visitato al mondo non meriterebbe di essere "sporcato" dal commercio. Tanto più se gli accessi - almeno quelli estivi - sono in aumento.
Ma si sa Pompei è un'anomalia, da sempre. Un gioiello inestimabile che passa di mano (tre soprintendenti in un anno), ogni tanto perde pietre (vedi alla voce tombaroli), ingrassa clientele (si legga alla voce custodi) e non porta ricchezza al territorio. Risultato: cade a pezzi. Ma, si dice, mancano i fondi. Appunto: ci vorrebbe un'Allianz. Una Coca-cola rosso fuoco davanti alla Villa degli amanti o alla Casa del Fauno. O il muso di una Ferrari a indicare la direzione della Casa dei Vettii. Sacro e profano. Dite che non sta bene su un monumento Unesco all'umanità? Appunto. Proprio perché è dell'umanità, forse va sottratta alla gestione di uno stato incapace di difenderlo.