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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 08:41.
Non c'è più religione, strillano gli isterici: la Federal Reserve pompa dollari nell'economia in quantità tali che ben presto non avranno più valore. Non c'è nulla di più lontano dalla realtà. Com'è successo in Giappone, la politica nota come "espansione quantitativa" ha molte più probabilità di rivelarsi inefficace che letale. È un tubo che perde, non un diluvio universale monetario.
Ma allora cosa sta facendo la Fed? Perché lo fa? Perché le critiche che le piovono addosso sono risibili? E cosa dovrebbe fare invece? La risposta alla prima domanda è evidente. Come ha dichiarato la stessa Fed il 3 novembre, «per garantire un ritmo più sostenuto alla ripresa economica e contribuire ad assicurare che l'inflazione rimanga su livelli coerenti con il nostro mandato, abbiamo deciso di espandere il portafoglio titoli. Proseguiremo nella politica attuale di reinvestire i rimborsi di capitale dei titoli detenuti. Inoltre, intendiamo acquistare altri 600 miliardi di dollari in titoli di stato a lungo termine entro la fine del secondo trimestre del 2011, al ritmo di circa 75 miliardi di dollari al mese».
Ben Bernanke, presidente della Fed, ha spiegato le ragioni di questa scelta in un discorso tenuto il mese scorso. Ha sottolineato che la disoccupazione negli Usa è al di sopra di qualunque ragionevole stima di equilibrio, e la crescita economica prevista rende improbabile che il dato possa mutare nel corso del 2011. Come se non bastasse, l'inflazione strutturale è scesa quasi all'1%, nonostante la tanto criticata espansione del bilancio della Fed. L'inflazione attesa è sotto controllo, ha aggiunto, ma le cose potrebbero cambiare se sopravvenisse la deflazione, e con l'attuale stagnazione economica potrebbe non mancare molto. La Fed, ha aggiunto Bernanke, ha un doppio mandato: creare le condizioni più favorevoli per l'occupazione e favorire la stabilità dei prezzi. Non fare niente sarebbe in contraddizione con questo dovere.
L'unico dubbio è cosa fare. La risposta sta nell'acquisto proposto di buoni del Tesoro, che non fa altro che estendere verso l'alto lungo la curva dei rendimenti le classiche operazioni di mercato aperto. Il bilancio della Fed crescerebbe solo del 25%, cioè il 4% del prodotto interno lordo. Gli Stati Uniti sono veramente avviati lungo uno scenario da Repubblica di Weimar? No.