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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2010 alle ore 07:50.
Per avvantaggiare il nostro paese nell'uscita dalla crisi e riprenderci economicamente al meglio, con chi varrebbe la pena allearci (se questo fosse possibile)? Con gli Usa o la Cina? La mia tentazione è di cominciare, e concludere, anche con considerazioni di carattere morale sulla affinità o no di culture economiche fondate su radici religiose diverse, in specifico su religioni con o senza un Dio creatore. Ciò perché la mia preoccupazione, alla fine, non sta tanto nel capire quale alleanza possa permetterci di restare, o ritornare, ricchi al più presto, quanto come farlo assicurando, o meglio, accrescendo, il rispetto per la dignità dell'uomo nel mondo.
Anche il pontefice sembra convinto che la crisi vada presa sul serio soprattutto perché per noi occidentali il deleveraging significherà almeno cinque anni di austerità. Così l'economia agricola può ritornare realmente a essere una risorsa per il futuro purché non si costruiscano nuovi modelli competitivi con i paesi più poveri per i quali questa è l'unica risorsa. Senza dimenticare che anche nei paesi ricchi molti poveri lavorano nel settore agricolo. Per vent'anni abbiamo fatto alleanze vantaggiose sul modello consumistico, orientate solo sull'importazione a basso costo, senza preoccuparci troppo di creare una strategia che sviluppasse anche posti di lavoro al nostro interno.
Con gli Usa, simbolo di libertà e democrazia, l'Italia ha una vecchia storia di affinità. La crisi economica ha però un po' offuscato questa sua immagine. Gli Usa hanno prodotto per due decenni una crescita consumistica a debito (soprattutto delle famiglie), insostenibile, che ha fatto saltare il sistema finanziario estendendo la crisi al mondo intero. Che l'abbia fatto per il bene del mondo, sostenendo la difesa contro le ingiustizie e il terrorismo, o solo per assicurare equilibrio di potere economico verso la crescita di poteri nuovi nei paesi emergenti, oppure solo per non deludere il sogno americano di benessere fondato sulla fiducia nel futuro, non è oggetto di queste considerazioni. Allearsi con gli Usa in questo momento comporterebbe vantaggi e svantaggi.
I vantaggi per noi sarebbero soprattutto di poter disporre di tecnologia e capitali privati di cui le nostre imprese abbisognano. Gli svantaggi stanno nella loro situazione finanziaria debole. Gli Usa stanno nazionalizzando il debito privato eccessivo e non sarebbero in condizioni di migliorare il nostro debito pubblico. Non ci avvantaggerebbero nella necessità di crescere le esportazioni visto che il presidente Obama considera prioritario sostenere l'export Usa per recuperare occupazione interna. Per farlo sembra utilizzare lo strumento di svalutazione del dollaro e lascia immaginare protezionismo verso l'import cinese. Queste due manovre insieme alla crescita di massa monetaria della Fed, se non controllate, produrranno inflazione monetaria, di costo materie prime e di prezzi.