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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 08:28.
L'ultima modifica è del 23 novembre 2010 alle ore 06:38.
Non c'era bisogno degli ispettori dell'Unione Europea per capire che il problema dei rifiuti a Napoli è ben lontano dall'essere risolto. Bastava fare una passeggiata per le strade della città schivando le montagne di rifiuti che occupano i marciapiedi. Però sentirsi dire dai rappresentanti della Ue che in Campania in tema di rifiuti siamo vicini all'anno zero e che l'Italia rischia addirittura di perdere i 158 milioni di euro stanziati per la costruzione dei termovalorizzatori è uno schiaffo che brucia fortissimo perché arriva da un estraneo.
Ce lo meritiamo. Proprio mentre gli ispettori controllano l'efficienza del termovalorizzatore di Acerra, valutano il piano regionale dei rifiuti che non c'è e ci bacchettano per non aver avviato la raccolta differenziata e per non avere un piano discariche («una gestione che non esiste», testuale), assistiamo impotenti alla solita gazzarra del tutti contro tutti. Il ministro Carfagna contro il coordinatore Pdl della Campania Cosentino, le competenze alle province o le competenze alla regione, il sindaco di Salerno De Luca che respinge le accuse mossegli sulla gara d'appalto del progettando termovalorizzatore di Salerno, la provincia di Napoli che accusa la regione Campania. Definirlo teatrino, con il dovuto rispetto, è un'offesa per i teatranti, nobili lavoratori di un comparto spesso a torto bistrattato.