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Irlanda, alzati e cammina

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:39.

In Irlanda ci troviamo in una posizione insolita: stiamo negoziando le condizioni per accedere a un programma di supporto finanziario nonostante l'economia cominci a dare segnali di ripresa. Grazie ai nostri sforzi costanti per stabilizzare i conti pubblici nel corso degli ultimi due anni, il deficit di bilancio il prossimo anno scenderà a poco più del 9 per cento.Secondo le previsioni, il Pil registrerà quest'anno un moderato incremento, grazie alla solida ripresa dell'export, che a dire il vero ha retto molto bene durante tutta la durata della recessione: la stima è di una crescita delle esportazioni in termini reali del 6% quest'anno, grazie a una ripresa della domanda dei nostri partner commerciali e a un significativo miglioramento della nostra competitività negli ultimi due anni.


I fondamentali della nostra economia sono forti, ma il nostro sistema bancario continua a essere in difficoltà e ci ha costretto, nelle ultime settimane, a cercare un sostegno esterno.
Negli ultimi dieci anni le nostre banche hanno alimentato un boom del credito che ha portato a una bolla immobiliare. Dopo anni d'indebitamento esterno su ampia scala, le banche irlandesi si sono ritrovate pesantemente esposte di fronte a una contrazione dei mercati a livello internazionale. Il governo ha preso misure decisive per affrontare i problemi del settore bancario, attraverso garanzie sui depositi, separazione patrimoniale, nazionalizzazioni e un programma di ricapitalizzazione. La normativa finanziaria è stata radicalmente riformata, in linea con i migliori parametri internazionali, e abbiamo fissato per le banche requisiti patrimoniali molto stringenti.

Ma nonostante tutto ciò, negli ultimi mesi sui mercati sono cresciute le speculazioni secondo cui le perdite su crediti per le banche irlandesi potrebbero essere peggiori del previsto, sulla base degli stress test adottati dalla nostra Banca centrale. Per dissipare questi timori è necessario eseguire valutazioni più approfondite, per appurare le future esigenze di capitale del sistema bancario, e una delle misure ipotizzate in questo senso è l'istituzione di un fondo di riserva per affrontare spese impreviste. Stante l'attuale situazione dei conti pubblici, questo fondo dovrebbe essere garantito da finanziatori esterni.

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Tags Correlati: Abraham Lincoln | Banca Mondiale | Fabio Galimberti | Fmi | Irlanda | Onu | Pil

 

La decisione del governo irlandese di chiedere sostegno finanziario alla Ue e ai paesi dell'Eurozona, oltre che all'Fmi, è stata motivata dalla necessità e dal desiderio di preservare la stabilità finanziaria in Europa. Il programma includerà un'intensificazione delle misure che abbiamo già preso per ricostruire il nostro settore bancario, che saranno seguite da una ristrutturazione del sistema bancario finalizzata a renderlo più conforme alle esigenze effettive dell'economia irlandese.

Il piano nazionale di ripresa quadriennale, che il governo irlandese ha appena reso pubblico, traccia un percorso per condurre la nostra economia a una crescita solida e sostenibile. L'ambizioso programma di correzioni di bilancio e riforme strutturali contenuto nel piano fornirà le basi per affrontare, insieme al pacchetto di assistenza finanziaria della Ue e dell'Fmi, le sfide economiche che abbiamo di fronte.

Il piano fornisce un percorso credibile per ridurre il disavanzo al 3% del Pil entro il 2014, partendo dalla consapevolezza che il divario fra entrate e uscite - 19 miliardi quest'anno - è insostenibile. Nel corso degli ultimi due anni abbiamo apportato correzioni al bilancio per quasi 15 miliardi, e nel corso di questi quattro anni apporteremo ulteriori correzioni per un valore di altri 15 miliardi, di cui due terzi derivanti da tagli alla spesa e un terzo da provvedimenti per incrementare le entrate. Queste misure di bilancio sono state accolte positivamente, nelle loro linee generali, dall'Eurogruppo e da altri ministri dell'Economia.

I tagli comprenderanno riduzioni dei costi rappresentati dai salari e dalle pensioni del settore pubblico e risparmi sulle prestazioni sociali. Il salario minimo verrà ridotto. Il numero dei dipendenti pubblici sarà tagliato di 24.750 unità e saranno aumentate le tasse per gli studenti. Sarà ampliata la base imponibile, l'Iva verrà aumentata e ci sarà l'introduzione di nuove tasse e l'abolizione di una serie di sgravi fiscali.

Il governo deve fronteggiare numerose sfide, ma abbiamo il consenso necessario per approvare la finanziaria a dicembre. I maggiori partiti d'opposizione hanno tutti sottoscritto l'obiettivo di un disavanzo del 3% entro il 2014. Il più grande partito d'opposizione concorda con il governo sull'entità della manovra correttiva del prossimo anno, da 6 miliardi.

Il prossimo anno la nostra bilancia dei pagamenti tornerà in surplus e ci aspettiamo una crescita del Pil reale in media del 2,75% l'anno per i prossimi quattro anni. L'Irlanda deve uscire dalla situazione in cui si trova attraverso la crescita, e il piano individua le aree d'attività economica che garantiranno crescita e occupazione. Il piano s'impegna a mantenere la tassazione delle imprese al 12,5%, com'è attualmente.

Il danno d'immagine che ha avuto l'Irlanda negli ultimi mesi è incontestabile. Ma vale la pena ricordare che la Banca mondiale ci considera come uno dei dieci paesi al mondo dove è più facile fare affari, e siamo secondi in Europa per produttività e flessibilità. Inoltre, l'Irlanda è al quinto posto nella classifica dell'indice di sviluppo umano stilata dall'Undp (il programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite) e questo dà la misura della nostra qualità di vita.

Far parte della Ue ha trasformato il nostro paese e apprezziamo la solidarietà che l'Europa ci ha dimostrato durante questa crisi finanziaria. Siamo grati anche per il sostegno e l'amicizia che i nostri partner, in ogni parte del mondo, ci hanno costantemente dimostrato. È una fortuna avere amici del genere, ma il compito di ricostruire l'economia spetta solamente a noi. Abraham Lincoln una volta disse: «Se potessimo sapere in anticipo dove siamo e in quale direzione stiamo andando, potremmo giudicare meglio che cosa fare e come farlo». L'Irlanda si rialzerà. Questo piano è la nostra tabella di marcia.

(Traduzione di Fabio Galimberti)
© FINANCIAL TIMES


LA MANOVRA DEL GOVERNO COWEN
1 - L'OBIETTIVO Riportare entro il 2014 il deficit pubblico al 3% del Pil: un piano da 15 miliardi fra tagli alla spesa e nuove tasse
2 - WELFARE E PA I tagli alla spesa sociale ammonteranno a 2,8 miliardi di euro Tagli anche al pubblico impiego per 1,2 miliardi
3 - NUOVI PRELIEVI Aumenti per Iva, imposizione sulle persone fisiche e tasse universitarie: per un totale di 5 miliardi
4 - LE IMPRESE Salva per ora l'aliquota del 12,5% per le imprese, strumento di punta del governo per attrarre investimenti dall'estero

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