House Ad
House Ad
 

Commenti e Inchieste

Firenze in sicurezza (ma soltanto dal 2020)

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2010 alle ore 06:38.


Tra ieri e oggi è previsto che su Firenze cadano 150 millimetri d'acqua. Appena 40 in meno dei 190 millimetri piovuti in occasione dell'ultima alluvione, quella del 4 novembre 1966. Per il metereologo del Cnr, Giampiero Maracchi, da almeno una settimana ci sono le premesse perché possano ripetersi le drammatiche condizioni di 44 anni fa, quando l'Arno in piena superò gli argini e sommerse il capoluogo toscano sotto una fanghiglia violenta e vorticosa prima, poi stagnante e putrida, uccidendo 37 persone, devastando opere d'arte, seminando morte e terrore anche nelle campagne sopra e a valle della città.
A distanza di così tanto tempo, la fragilità di Firenze rispetto alla furia periodica del suo fiume (dal 1177 ha esondato 56 volte, otto delle quali in maniera disastrosa) non è migliorata di molto. Fortuna che, tra venerdì e domenica, è calata la temperatura e sull'Appennino è nevicato, riducendo la quantità d'acqua finita nel bacino dell'Arno. «L'allarme però resta», avverte Maracchi. La situazione si manterrà critica, secondo le previsioni, almeno fino all'8 dicembre.
Ancora una volta, i fiorentini dovranno affidarsi soprattutto alla buona sorte. Nessuna opera strategica a protezione della città è stata realizzata, a parte la diga di Bilancino, nel Mugello, che però è sulla Sieve (affluente dell'Arno) e serve più a lenire la sete estiva di Firenze che a scongiurare rischi di piena. Nel tempo, ci sono stati anche interventi di manutenzione sull'alveo del fiume e qualche modesto accorgimento per dare sfogo alle acque nel Valdarno aretino e in quello pisano. Ma è poca cosa. L'Autorità di bacino, nata solo nel 1989, ha predisposto un piano di rischio idraulico che a fine anni 90 stimava una spesa di 2.500 miliardi di lire per la messa in sicurezza di tutto il corso del fiume. Utopistico.
Nel 2005, un accordo regione Toscana-ministero dell'Ambiente ha individuato 27 interventi prioritari per la gestione del rischio alluvioni, con un costo previsto di 290 milioni in questo momento. «Abbiamo in corso cantieri per 46 milioni e una disponibilità in cassa di 123 milioni: sarei contenta di vedere il piano completato entro il 2020, sempre che strada facendo si trovino i fondi mancanti», commenta Gaia Checcucci, da due anni segretario generale dell'Autorità di bacino, sotto la cui guida l'azione dell'ente ha preso nuovo impulso. «Una cosa deve essere chiara - aggiunge - eliminare il pericolo di altre alluvioni non è fattibile, possiamo realisticamente gestire il rischio ed è quello che stiamo cercando di fare, ma nessuno s'illuda di essere definitivamente al riparo da questo genere di eventi naturali».

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Accordi e joint ventures | Anna Rita Bramerini | Arno | Consiglio nazionale delle ricerche | Firenze | Gaia Checcucci | Giampiero Maracchi |

 

Tra i problemi da superare, c'è quello della burocrazia, della frammentazione delle competenze, cioè della capacità reale di spendere. «Per questo abbiamo creato una cabina di regia con regione e governo - racconta Checcucci - e il 12 novembre è stato firmato l'accordo di programma per la messa in sicurezza di Firenze, con il via libera alla costruzione della prima delle quattro casse d'espansione di Figline Valdarno, a monte, che insieme a quella già in fase di realizzazione di San Miniato, nel Pisano, contribuirà a ridurre in modo significativo il pericolo di inondazioni».
Anche Anna Rita Bramerini, assessore all'Ambiente della Toscana, sottolinea la «necessità di velocizzare le procedure» attraverso una «condivisione degli impegni con il territorio. La difesa del suolo si fa con il lavoro di squadra - dice -. Come regione stiamo predisponendo un testo unico che riordini la materia, razionalizzando le competenze, semplificando, individuando con chiarezza le responsabilità». Nell'attesa che il piano straordinario contenuto nell'accordo di programma e la nuova normativa regionale vadano in porto, i fiorentini scrutano il cielo e leggono le previsioni dei metereologi.
«Non voglio neppure pensare all'eventualità di un'altra alluvione», commenta Antonio Natali, direttore degli Uffizi. «La galleria, a parte l'area di accoglienza e l'ingresso, è al sicuro perché la pinacoteca occupa tutto il terzo piano e la stessa cosa vale per i magazzini, dove conserviamo circa 3mila opere, che sono al secondo piano - puntualizza - ma nelle chiese e in molti altri palazzi storici della città si trovano tesori che sono completamente senza difesa».
Basta pensare al museo del Bargello, con capolavori di Michelangelo, Donatello, Cellini, Giambologna, tutti conservati a piano terra. Oppure agli spazi espositivi di Santa Croce, dove il gigantesco crocifisso di Cimabue, danneggiato seriamente nel '66 e miracolosamente restaurato, si trova a poche spanne dal pavimento, in una zona che fu sommersa da oltre sei metri d'acqua. Emblematico il caso della Biblioteca Nazionale, con i suoi 6 milioni di volumi, simbolo della devastazione e della rinascita di 44 anni fa. Oggi rischia di essere travolta da altre emergenze (la mancanza di fondi): chiusa nella sede di piazza dei Cavalleggeri, proprio in faccia all'Arno, sembra quasi voler sfidare il destino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da