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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 07:39.
ROMA - Sulla carta la mozione di sfiducia al premier ha la maggioranza alla Camera. I voti certi sarebbero almeno 315 (314 se togliamo quello di Giulia Cosenza di Fli che per motivi di salute sarà quasi certamente assente). Numeri sicuramente superiori a quelli del centro-destra che si attesta a quota 309, 311 nella migliore delle ipotesi. Ma come si compongono gli schieramenti? La sfiducia al premier sarà sottoscritta dal "terzo polo" che può contare su 34 voti di Fli (erano 36 ma Gianpiero Catone è in uscita e Gianfranco Fini non vota in quanto presidente della Camera), 35 dell'Udc, 6 Api, 5 Mpa e 2 libdem. Ottantaquattro deputati cui si aggiungono il repubblicano La Malfa e Paolo Guzzanti. Sulla mozione del terzo polo dovrebbero poi convergere Pd e Idv che, con i loro 231 voti porterebbero nel tabellone la quota di 315. Non di 317, come affermava ieri il capogruppo Fli Italo Bocchino, forse contando Catone e Fini. A questi voti certi (sempre sulla carta) potrebbero aggiungersene altri 3 delle minoranze linguistiche (il valdostano Nicco e i due Svp Brugger e Zeller) e il libdem Grassano, che però non più di cinque giorni fa dichiarava pubblicamente la sua fiducia al governo. Quindi nell'ipotesi migliore la sfiducia potrebbe sfondare quota 316 per raggiungere 319 sì. Sull'altra sponda, il Pdl con 235 deputati, la Lega con 59, NoiSud-Pid con 11 e i Repubblicani-Adc con 2 raccolgono 307 voti cui bisogna aggiungere l'appoggio degli ex Api Calearo e Cesario. Si parte quindi da 309 voti certi. Ma da ieri sembra certo anche l'appoggio di Catone, in uscita da Fli. Ancora in bilico invece il libdem Grassano che da una settimana non frequenta Montecitorio. Il limite massimo di consensi non dovrebbe dunque superare i 311. Sarà per questo che ieri il ministro La Russa ha incontrato Pannella, i cui 6 voti potrebbero diventare il vero ago della bilancia della partita.
M. Se.