Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 06:39.
Subito dopo l'annuncio da parte della Federal Reserve americana di una seconda tornata di alleggerimento quantitativo, la Banca centrale cinese, anche conosciuta come Bpc (Banca popolare cinese), ha annunciato due aumenti di mezzo punto percentuale dei quozienti di riserve bancarie obbligatorie (o Rrr, dall'inglese required reserve ratio). Le Rrr si attestano ora al 18,5%, un massimo storico, anche a livello internazionale.
Mentre la Fed si accinge a inondare nuovamente di liquidità l'economia americana, la Bpc sta cercando di ridurre la quantità di moneta in circolazione in Cina. Le risorse messe da parte dalle banche commerciali per adempiere ai requisiti di Rrr vengono depositate su conti della Bpc e non possono essere utilizzate per fornire prestiti. La conseguenza è che in Cina non c'è mai stata tanta liquidità congelata o inattiva come in questo momento.
È comprensibile che, fintanto che l'economia americana non riparte, la Fed cerchi di stimolare la domanda. Ma perché la Bpc ha messo in atto una tale stretta monetaria? L'economia cinese non si sta surriscaldando. La crescita è ancora robusta, intorno al 10% annuo, ma ha incominciato a rallentare. E nonostante l'inflazione, passata dal 3,6% di settembre al 4,4% di ottobre su base annuale, sia causa di preoccupazione, questa non basta a spiegare perché la Bpc abbia decretato già tre volte un aumento delle Rrr quest'anno, anche in momenti minore inflazione.
La verità è che la Bpc attua una politica preventiva: sterilizzare l'eccesso di liquidità e tenere sotto controllo la circolazione di moneta al fine di impedire il surriscaldamento dell'economia o un aumento dell'inflazione. L'aumento delle Rrr all'inizio di quest'anno può essere interpretato come un tentativo di correggere l'eccesso di moneta in circolazione dovuta al piano di stimolo contro la crisi. L'ultimo aumento è invece in gran parte dovuto alla necessità di far fronte alla cosiddetta "offerta di moneta passiva" causata da un aumento delle riserve valutarie estere. Di fatto, nel solo mese di settembre, le riserve valutarie cinesi sono aumentate di quasi 100 miliardi di dollari rispetto ad agosto. Insieme all'economia mondiale, anche gli attivi commerciali cinesi hanno ricominciato a crescere. Inoltre, gli afflussi di capitale sono cresciuti in maniera consistente, principalmente a causa delle opportunità di investimento offerte da un'economia in crescita e dalla generale convinzione che il renmimbi sia destinato ad apprezzarsi.
La riserva obbligatoria è il denaro in percentuale sulle passività che le banche sono tenute a depositare presso la Banca centrale.
La ratio è innanzitutto difendere i risparmiatori: prescrivere una quota di liquidità "garantita" consente di ripagare i depositi dei clienti in caso di necessità.
Se la percentuale supera una certa soglia, di fatto la riserva obbligatoria si trasforma in uno strumento di politica monetaria: alzandola si abbassa il moltiplicatore dei depositi e dunque la quantità di moneta circolante.
La percentuale attualmente richiesta agli istituti di credito dalla Bce arriva al 2 per cento.
Nel caso cinese le riserve bancarie obbligatorie si attestano attualmente al 18,5%, un massimo storico anche a livello internazionale: la riserva è di fatto uno strumento non convenzionale di politica monetaria in senso restrittivo, volto cioè a ridurre la quantità di moneta circolante.