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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 07:43.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2010 alle ore 06:38.
Divisi sulle persone, ma forse anche sulla stessa agenzia e perfino sull'opzione nucleare. Distinguere ormai tra ciò che è scelta politica e quel che è fibrillazione tattica all'interno di questa maggioranza diventa ogni giorno più difficile. Ieri le commissioni riunite Attività produttive e Ambiente hanno bocciato la nomina di Michele Corradino, capo di gabinetto del ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo. La quale ha fatto sapere che, contrariamente a quanto ipotizzato dal viceministro allo Sviluppo Saglia, l'Autorità non può partire senza che tutt'e quattro i commissari abbiano ottenuto l'ok parlamentare.
Siamo certi che il dissidio ha grande interesse giuridico, ciò che necessiterà di letture incrociate, pareri togati, lunghe discussioni grondanti dottrina. Scherzi a parte, tutto questo non ha molto a che fare con la politica, se per tale s'intende la capacità d'individuare questioni strategiche e scegliere bene e in fretta. La domanda che il sistema paese pone alla politica è semplice: è o no il nucleare l'opzione energetica strategica del paese? La risposta sembra essere stata data con la costituzione dell'Autorità ed è sì. Dunque occorrerebbe scegliere. Sembra che in questo momento non sia possibile. Come per l'università, il nucleare è rimandato a data da destinarsi. Da una politica che non sa più decidere.