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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2010 alle ore 06:38.
Capiamo bene: la voce Authority non può essere certo in cima all'agenda politica. Ci sono cose più serie, tipo stabilire chi "tradirà" e chi no al momento fatale, in Parlamento. Prendiamo il caso dell'Energia. Il 15 scade il mandato dall'attuale presidente Alessandro Ortis. I successori - garanti e consiglieri - erano stati scelti per tempo. Ma il nuovo presidente - Antonio Catricalà - ha declinato l'invito per completare il suo mandato all'Antitrust. E ora? Il rischio è che sia da rifare tutto da zero, nomina di presidente e consiglieri.
Mancano otto giorni, c'è in mezzo il voto di fiducia al governo, insomma non pare ci sia né la serenità, né la certezza degli assetti politici necessari a trovare la quadra in tempi brevi. Restano due strade. La prima: confermare il nuovo board e rimandare la scelta del presidente. L'operatività dell'Authority sarebbe salva, con beneficio per le imprese del settore che chiedono chiarezza e non desiderano certo una vacatio senza fine. Non è possibile? C'è altro da fare? Ecco la seconda strada: abolire l'Authority per l'energia. E le imprese portino pazienza. La politica ha cose più importanti a cui pensare.