House Ad
House Ad
 

Commenti e Inchieste

Due euro meglio che niente

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 09:20.

Lo scambio di accuse tra il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e la cancelliera Angela Merkel è il segnale più chiaro delle nubi che si vanno addensando sulla moneta unica. Sentire il massimo responsabile "politico" dell'euro accusare di antieuropeismo il paese architrave della moneta unica è davvero qualcosa di inedito.
Difficile dire chi abbia ragione. La proposta degli eurobond e dell'agenzia europea per il debito è forse irrealistica, ma non va liquidata, soprattutto da parte di noi italiani, senza i necessari approfondimenti. D'altra parte, la reazione negativa dei tedeschi va capita. Malgrado le ultime difficoltà nelle aste dei Bund, la Germania è pur sempre il paese che oggi si finanzia ai tassi più bassi: perché mai dovrebbe accettare di pagare di più le sue emissioni unendole a quelle di paesi meno virtuosi? I Bund sono ancora un distillato prezioso, quale oste ne deprimerebbe il valore miscelandolo con le bevande prodotte dalle peggiori cambuse del continente?


Eppure Berlino deve decidere il suo destino. Far parte dell'Unione monetaria implica evidentemente delle responsabilità. E il costo degli eurobond sarà sempre infinitamente inferiore a quello che la Germania rischia periodicamente di pagare per salvare gli Stati canaglia dell'Unione. L'alternativa di farli fallire, per quanto legittima, è del resto impensabile: come osservava proprio sul Sole-24 Ore Jamie Dimon, il ceo del gruppo JP Morgan Chase, il fallimento degli stati finirebbe per travolgere le principali banche continentali, a cominciare da quelle tedesche, che sono ampiamente esposte nei titoli di quei paesi.

La verità è che, come scrive Thomas Steinfeld sulla Süddeutsche Zeitung, «il grande cambiamento intervenuto in Europa negli ultimi anni con l'avvento della crisi ha determinato un cambiamento fondamentale nella percezione e anche nella realtà stessa dell'Europa».
Dalle sue origini l'Unione europea ha vissuto su enormi contraddizioni. Le speranze dei suoi fondatori si sono spesso tradotte in un cammino difficile ed estremamente lento.

Grandi innovazioni si sono via via innestate su un corpo fragile, creando un ibrido, un essere mostruoso e tuttavia capace di volare, come l'ippogrifo di ariostesca memoria. L'euro è stato una di queste innovazioni: progetto straordinario, ma azzardato, una moneta unica senza una economia unica. Possibile? Possibile fino a quando dietro c'era ancora un progetto culturale, un'idea di solidarietà e comunione europea ereditata dai padri dell'Unione. Oggi, sotto i colpi della crisi, quella solidarietà si è persa, le affinità culturali sono state messe in soffitta, e appare più chiaramente l'azzardo economico del disegno della moneta unica.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Angela Merkel | Club Med | Eppure Berlino | Germania | Italia | Jacques Delors | Jamie Dimon | Jean-Claude Juncker | JPMorgan Chase | Thomas Steinfeld

 

Si era anche detto: facciamo la moneta unica e la confluenza tra le economie seguirà. Ricordo lunghe discussioni avute con Jacques Delors nel '91-92 quando si cominciava a ipotizzare la creazione di una moneta unica. Delors, e più modestamente io, sapevamo benissimo che sarebbe stato necessario che le varie nazioni europee accettassero di cedere sovranità a favore di un'unificante politica monetaria e di budget delegata a Bruxelles. Ma eravamo consapevoli che, poiché la politica non era matura per quell'idea, la soluzione migliore era prendere il toro per le corna: adottare la moneta unica nella convinzione che la politica sarebbe seguita, che gli stati sarebbero stati costretti a far convergere le loro politiche monetarie e fiscali. Sbagliato, nessuna convergenza si è verificata, anzi alcuni indicatori, come quello della produttività, mostrano un allargamento delle distanze iniziali.
Per queste ragioni, ritengo che oggi le possibilità che l'euro continui a essere la moneta unica di paesi con comportamenti così divergenti come la Germania e quelli del "Club Med" siano davvero ridotte. Ma sono d'accordo con l'Economist: don't do it, non lasciate morire l'euro, perché i costi, per tutti, sarebbero maggiori dei benefici. Se questo è l'obiettivo, però, non ci si può continuare a baloccare con piani di salvataggio più o meno generici. C'è bisogno davvero di un drastico haircut ai debiti di molti stati sovrani, Italia in testa; vanno imposte le riforme, a cominciare da pensioni e lavoro, in quei paesi che sono rimasti indietro; bisogna procedere senza ulteriori indugi a delegare la politica fiscale degli stati a un'unica entità europea.

Se si vuole salvare l'euro come moneta unica non c'è alternativa a questo. Altrimenti, meglio prepararsi a gestire un percorso pilotato verso la creazione di due euro, uno del Sud e uno del Nord. Per quel che rimane dell'industria italiana sarebbe certamente più conveniente poter svalutare, senza più rincorrere sogni rispetto ai quali non siamo disposti ad accettare né vincoli né sacrifici. Per evitare che l'esito sia troppo penalizzante per tutti, anche per le regioni meridionali, sarebbe poi opportuno che fosse la Germania, come ha sottolineato tra gli altri Luigi Zingales, a prendere l'iniziativa con una sua uscita dall'alto dalla moneta unica.
Sono blasfeme queste mie considerazioni? Credo piuttosto che siano realistiche, tanto quanto irrealistico è l'atteggiamento di alcuni ayatollah dell'euro - tanto diffusi anche in Italia - che sostengono che nel Trattato non esistono clausole che consentano l'uscita dall'euro. Sono i mercati, come una forza di gravità, a decidere cosa è possibile sulle monete e cosa è impossibile. La società, la realtà del XXI secolo è liquida. I trattati erga omnes sono il passato. Sarebbe bene che la politica ne prendesse atto.

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da