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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 09:07.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2010 alle ore 08:09.
È stato il crack più grande d'Italia, il più clamoroso, il più noto all'estero. Ma per i piccoli risparmiatori quello di Parmalat non è stato certo il crack più "avaro": gli ex obbligazionisti che hanno aderito alle azioni legali e alla costituzione di parte civile sono infatti riusciti a recuperare – calcola l'avvocato Carlo Federico Grosso – fino al 70-75% del valore investito nei vecchi bond Parmalat. Chi invece non ha partecipato alle azioni legali (si tratta di una minoranza) ha comunque portato a casa in media il 40-45%.
Cifre che potrebbero sembrare magre per chi, anni fa, comprò obbligazioni Parmalat sperando di guadagnarci sopra. Ma che sono decisamente migliori rispetto a quelle di molti altri crack. Hanno recuperato meno, per esempio, gli obbligazionisti di Lehman. Anche quelli dell'Argentina. Chi ha prestato soldi a Giacomelli recupererà poco o nulla. Almeno i bond Parmalat qualcosa hanno restituito. Purtroppo, però, non hanno risarcito in modo uniforme tutti i risparmiatori: alcuni obbligazionisti recupereranno molto meno di altri. Alcuni stanno in serie A, altri in serie B. Ma questo, quando vendevano bond, gli sportellisti delle banche probabilmente non l'hanno detto.