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Un project bond per la ripresa europea

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 08:48.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2010 alle ore 06:38.

In questi giorni, anche per merito dell'Italia, si è riaperta la discussione sugli e-bond, sia come fonte di risorse per la realizzazione di investimenti europei, sia come strumento per creare una nuova classe di titoli di debito paneuropei con cui sostituire una percentuale del debito sovrano di ogni stato membro della Ue.
Uno strumento alternativo è rappresentato dai project bond, rilanciati nei mesi scorsi anche dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.

Titoli obbligazionari il cui rendimento e rimborso dipende soltanto dalla capacità del progetto finanziato di generare ritorni adeguati. Puntando sul loro rilancio, si può allargare il ventaglio delle opzioni di finanziamento disponibile per molti progetti. E, questo, in una fase in cui le banche incontrano spesso difficoltà a finanziare progetti a lungo termine anche a causa di nuove regole (Basilea 3) che non promuovono tale tipo di credito.
È in questo contesto che si deve collocare un'operazione innovativa appena conclusa e nella quale la Bei ha avuto un ruolo importante: il primo finanziamento attraverso project bond di un progetto in Italia. Si tratta di due parchi fotovoltaici con una capacità complessiva di oltre 52 Mw, sviluppati da un'impresa ora controllata dalla statunitense Sunpower, nel comune di Montalto di Castro, nel nord del Lazio. Il costo totale del progetto, uno dei maggiori nel settore in Europa, è di quasi 255 milioni di euro. Il 14% è finanziato con equity e un prestito subordinato del promotore Sunpower. La parte restante con un prestito da parte di alcune banche internazionali, che viene cartolarizzato, ovvero ceduto a una società veicolo che ne finanzia l'acquisto emettendo due tranche di obbligazioni di pari ammontare. Una è sottoscritta interamente dalla Bei; l'altra, garantita dalla Sace, è collocata presso investitori istituzionali.


Il prestito da parte delle banche internazionali è un passaggio necessario per potere poi realizzare la cartolarizzazione, in quanto ai sensi della legge legge 130 del 1999) si possono cartolarizzare solo crediti e non i flussi prospettici di cassa generati dallo sfruttamento economico del progetto.

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Tags Correlati: Bei | José Manuel Barroso | Lazio | Obbligazioni | Sace | Stati Membri

 

Quello di Montalto di Castro è un progetto che non presenta le complessità tecniche e le incertezze tipiche, ad esempio, di una grande arteria di trasporto. Anzi esso beneficia di un sistema chiaro d'incentivi e regolamentazione definito dalla Autorità per l'energia elettrica e il gas. Ciò nonostante, un'operazione di questo tipo poggia su un'intelaiatura giuridica composta da circa 30 contratti e presenta notevoli complessità di strutturazione. Parliamo poi di un'operazione "privata", con titoli dotati di rating, collocati presso investitori istituzionali e quotati sul mercato obbligazionario di Dublino.
Il valore di questa operazione sta nel fatto che si è potuta definire un'architettura giuridica e finanziaria che può essere presa a riferimento per operazioni simili o più complesse e per progetti che riguardano opere d'interesse pubblico che, negli schemi attuali, prevedono il supporto finanziario diretto dello stato. In essa si individuano alcuni elementi fondamentali per progetti da finanziare attraverso project bond: la certezza dei tempi e dei costi, del quadro tariffario e il ruolo che possono svolgere soggetti di emanazione pubblica quale la Bei e la Sace nella strutturazione del finanziamento. Se si accompagnassero misure fiscali vantaggiose per i project bond nonché un trattamento contabile meno penalizzante sarebbe possibile avere uno strumento in più per realizzare le infrastrutture per rilanciare la crescita.
Dario Scannapieco è vicepresidente della Bei

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