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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 07:33.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2010 alle ore 06:38.
Il Financial Times sta pubblicando un'ampia corrispondenza sulla teoria e le dimostrazioni a sostegno del teorema di Modigliani-Miller: un argomento importante per i lettori di tutti i giornali.
Il capitale proprio costa più del debito perché è più rischioso. Ma se un'impresa, per esempio una banca, incrementa il proprio capitale rispetto al debito, ciò riduce la rischiosità patrimoniale, in quanto distribuisce i rischi operativi su una base più ampia.
La riduzione della leva mitiga anche la rischiosità del debito, creando un cuscinetto di capitale più consistente a tutela dei creditori. Questi assunti dovrebbero essere incontrovertibili. Ma se capitale e debito sono entrambi meno rischiosi, il loro prezzo dovrebbe essere inferiore. Quindi, anche se i requisiti patrimoniali più elevati per le banche aumentano il rapporto fra capitale costoso e debito a buon mercato, il costo medio più alto dovrebbe essere compensato dai tassi inferiori su entrambe le componenti. La genialità di Franco Modigliani e Merton Miller consiste nell'aver dimostrato che in determinate condizioni, questi fattori sarebbero perfettamente bilanciati.
Nel loro modello, il costo del capitale per un'impresa non risente quindi del rapporto tra capitale proprio e debito. La rischiosità di un'impresa dipende dalla volatilità degli utili derivanti da operazioni, e l'ingegneria finanziaria può influenzare soltanto il modo in cui i rischi vengono ripartiti fra più investitori.
Ma questa teoria non può essere confermata nella pratica. E, come ha ammesso David Miles, membro del comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra, se la teoria non è provata, è ragionevole domandarsi perché. Forse gli accordi di Basilea non renderanno, nei fatti, meno rischiosi il capitale e il debito delle banche. O magari ci sarà una riduzione del rischio nel sistema bancario, ma il mercato dei capitali non ci crederà. Una terza spiegazione è che la concorrenza nel settore bancario è così scarsa che anche la correlazione fra i tassi di redditività e il costo del capitale delle banche risulta trascurabile. Probabilmente ognuna di queste ipotesi contiene un elemento di verità.