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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 08:09.
Jaron Lanier, ex hacker e pioniere delle realtà virtuale, critica «l'ideologia» che proclama: «L'informazione in quantità sufficientemente grande diventa verità». Su The Atlantic parla di WikiLeaks e di «supremazia nerd».
Eppure Lanier è un nerd. Oggi ha cinquant'anni e lunghi capelli rasta. L'autore di «Tu non sei un gadget» da tempo riflette sui rischi della partecipazione comunitaria online. Parla di «supremazia» perché il web cambia rapidamente i centri di potere: non ne è immune. Mette in guardia dagli «estremismi» che credono in una «forma di vita superiore, nuova, singolare, globale, post umana». L'oggettività autoevidente dei dati non è una spiegazione, ma un pericolo.
Partecipano al dibattito anche Lawrence Lessig, padre del copyright flessibile creative commons, e il blogger Evgeny Morozov. Il web maturo ragiona sui limiti del «tecnoutopismo»: non tutto ciò che è web è bene o verità.