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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 06:43.
Autostrade a tratti paralizzate; aeroporti bloccati; treni fermi in galleria. Passeggeri prigionieri nelle loro auto o nelle carrozze ferroviarie, al freddo, o accampati malamente nelle aerostazioni; assenza di informazioni; interventi di soccorso mal organizzati o del tutto assenti. Problemi comuni a molti paesi europei in questi giorni: basta essere stati all'estero ed essersi imbattuti in qualche nevicata. Chi scrive era a Parigi pochi giorni fa e può testimoniare la generale paralisi dei mezzi pubblici di superficie e il caos (anche informativo) nell'aeroporto Charles De Gaulle per una nevicata assai meno consistente di quelle italiane degli ultimissimi giorni.
Ma c'è modo di individuare le responsabilità, e, soprattutto, c'è modo di ridurre i disagi per gli utilizzatori dei sistemi di trasporto quando le condizioni atmosferiche sono particolarmente avverse? Le responsabilità sono numerose e, in effetti, molto frammentate tra gestori dei servizi; gestori delle infrastrutture; istituzioni pubbliche (protezione civile, governo, regioni, province, comuni); gestori dell'informazione di pubblica utilità. Qualche esempio è utile.
È evidente chi debba fornire i soccorsi (protezione civile, vigili del fuoco) ed è evidente che il grado di civiltà e di benessere di un paese si misura anche dall'efficienza di istituzioni di questo genere. Efficienza per la quale una congrua dotazione di risorse è condizione necessaria (ancorché non sufficiente: l'organizzazione è cruciale). Pensare che spendere per uomini e mezzi di soccorso, che potrebbero essere anche molto sotto-utilizzati per la maggior parte del tempo, sia un lusso o uno spreco di denaro pubblico è semplicemente stupido.
Non è affatto impensabile, tuttavia, ridurre in parte gli esborsi pubblici imponendo che le società di gestione delle autostrade - le cui tasche sono notoriamente rigonfie di profitti consentiti da generose regole tariffarie - si dotino di proprie strutture di intervento e soccorso per le proprie reti, dimostrando così nei fatti di essere imprese e non solo collettori di gabelle. Le stesse società autostradali dovrebbero curare l'informazione tramite pannelli al plasma o a lcd, da collocarsi ben prima dei caselli, e fornendo dati tempestivi alle stazioni radiofoniche di pubblica utilità. La qualità degli interventi e delle informazioni dovrebbe poi essere utilizzata per condizionare l'andamento delle tariffe nel corso degli anni, fornendo un incentivo virtuoso.