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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 07:17.
L'ultima modifica è del 31 dicembre 2010 alle ore 07:53.
Che le cose non andassero brillantemente, per Cape Live, non è una novità. Già il bilancio 2009 del fondo chiuso di Simone Cimino si era chiuso in perdita per oltre tre milioni con alle spalle alcuni passi falsi (come l'infelice fine di un gioiello industriale come Trevisan) e un titolo ai minimi storici. Poi un mese fa scoppia il giallo del Belgio: una banca locale escute un pegno, contestato da Cape, di 2,5 milioni di euro. Cimino compra un'intera pagina sui alcuni giornali per dire che tutto va bene.
Ma non è bastato a sopire timori o a far cessare speculazioni. Tanto che il fondo Atlantis, specializzato in aziende in crisi, si è infilato nella partira, comprando il 4,5% e coalizzando una cordata che ha il 23% del capitale e vuole eleggere suoi manager. Cimino non ci sta: teme che vogliano sfilargli di mano la sua creatura ed estrometterlo. Sarà un arduo 2011. (S.Fi.)