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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2011 alle ore 06:38.
Gentile direttore, nei mesi della malattia di mio nonno e poi a lungo dopo la sua morte mi piaceva entrare nel suo studio, abitarvi. Mio nonno non c'era più, erano rimasti i libri. Un testo è un oggetto, con peso, volume, ingombro, collocazione, prezzo. Occupa uno spazio, è limitante. Obbliga a delle scelte di cui conserva materialmente la memoria. Il formato elettronico, con la promessa (vedremo quanto fondata) di un'accessibilità istantanea e potenzialmente illimitata a ogni informazione, rischia di indebolire lo sforzo di sintesi cui il libro cartaceo in qualche modo fisicamente ci costringeva.
Anzi, sottopone forse l'intelligenza a sollecitazioni eccedenti dinanzi alle quali si potrebbe essere tentati di tornare a coltivare – forse senza accorgersene – un'idea del sapere cumulativa e funzionalista.
Nicola Chiarulli
Acquaviva della Fonti (BA)
Caro Nicola, intanto grazie della bellissima lettera che racconta le cose come sempre vanno raccontate, unendo la realtà con il nostro mondo personale. C'è un perfido detto corrente «Non rovinate una buona storia con la realtà», ma è errore tragico che rovina le storie e la realtà. La vita è fatta dalla tenera dimensione domestica che abbiamo vicina e il mondo grande e terribile intorno. Spesso la gente ricorda «Mio figlio nacque il giorno in cui entrarono gli americani», «Ho fatto l'esame di diritto il giorno di piazza Fontana», «La mia fidanzata viveva dove hanno ammazzato Borsellino». E va così, mi creda, anche per i mezzi della cultura, la realtà che usiamo per tramandare storie e sapere. Pergamena, tavolette di argilla, di cera, carta, immagini tv, video, elettroniche, iPad. I mezzi cambiano e cambieranno sempre di più ma sono le storie e i linguaggi ad essere cruciali. L'Iliade e l'Odissea sono state cantate a lungo prima di essere scritte, su rotoli, volumi, monitor. Ma ci commuove ancora l'umanità di Ettore che spaventa il figlio sotto le Porte Scee con il terribile elmo, se lo toglie e abbraccia il bambino, consapevole che di lì a poco la storia travolgerà lui, ucciso da Achille, e Astianatte, precipitato dalle mura di Troia occupata. È la nostra umanità comune il patrimonio da salvare, non le storie dopate dall'assenza di realtà e di umanità. Tenga stretti i libri del nonno, come i suoi nipoti terranno stretti i files che lei custodisce nel suo computer.