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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2011 alle ore 10:23.
Se 150 anni vi sembran pochi, forse non avete tutti i torti. Se l'unità nazionale è ancora una creatura acerba, nonostante abbia un secolo e mezzo di vita sul groppone, dev'esserci pure una ragione. Intanto si moltiplicano gli effetti di questa condizione, ciascuno può stilarne un inventario. La reazione scomposta del ministro Bossi alle parole pronunciate ieri dal presidente Napolitano sulla necessità di rispettare il tricolore. Il caso Battisti, con la sua coda di reazioni goffe e tardive da parte del governo, mentre i partiti inscenavano proteste davanti a pochi passanti infreddoliti (a Firenze cinque in tutto), e badando bene a non confondere le truppe. Insomma uniti sì, ma senza esagerare. La commistione fra pubblico e privato, riassunta dalla doppia residenza da cui governa Berlusconi: in quella pubblica (palazzo Chigi) incontra gli ospiti stranieri, in quella privata (palazzo Grazioli) riceve i suoi ministri, mentre ai sindaci tocca viaggiare fino ad Arcore, com'è successo a Renzi. La sfiducia nelle istituzioni del paese da parte delle stesse istituzioni: l'ultimo episodio si deve al ministro Bossi, che ha trovato un arredo di microspie sotto i tappeti, e tuttavia non ha sporto denuncia perché si sa, non serve a nulla.
Ma almeno in questo il sentimento del popolo votato riflette quello del popolo votante. Un anno fa l'Eurispes stimava al 39% il grado di fiducia che gli italiani accordano alla Repubblica italiana. Basso, ma pur sempre un po' di più rispetto all'anno prima. Invece nel corso del 2010 l'ago del sismografo è precipitato sottoterra. A giugno la Fondazione NordEst ha registrato un calo di fiducia degli imprenditori su tutte le grandi istituzioni, dal governo (23 punti in meno) alle regioni (quelle meridionali vengono bocciate da 3 persone su 4). A settembre la Confesercenti ci ha raccontato che peggiora anche il tasso di gradimento dell'opposizione (un misero 11%), dei sindacati (15%), delle banche (9%). A novembre l'Indice di fiducia dei lavoratori dipendenti sulle istituzioni nazionali e sovranazionali si è fermato al 23%. Senza contare le accuse solitarie, come quella del presidente dell'Associazione caduti di Piazza della Loggia, che ha dichiarato tutto il suo disappunto nei riguardi dello stato, dopo l'ennesimo processo per strage concluso con un'assoluzione.