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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2011 alle ore 14:20.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2011 alle ore 14:57.
Gentile direttore, il presidente Obama ha appena nominato William Daley come suo capo di gabinetto e i giornali scrivono che il tono della Casa Bianca cambierà dal duro Rahm Emanuel al pragmatico Daley. Il nuovo chief of staff è figlio dell'ex sindaco di Chicago Richard J. Daley, e fratello del sindaco per molti anni, Richard M. Daley. Ricordo un suo documentario sulla meravigliosa Windy City dove ho a lungo vissuto. Cosa cambierà ora con Daley?
Paolo Rossi
Milwaukee - Usa
Caro Rossi, la dinastia dei Daley arriva alla Casa Bianca, sia pure nel ruolo di capo di gabinetto. William Daley proverà a garantire al presidente Obama quella guida serena che la furia del suo predecessore Emanuel non garantiva, e quella serietà nei rapporti politici che l'eccesso di militanza di tanti quadri impediva. Daley dovrebbe farcela, ha esperienza con Bill Clinton ed è cresciuto nella formidabile famiglia che ha creato l'altrettanto formidabile "Daley machine", capace di guidare Chicago con papà Richard J. dal 1955 per ventuno anni, e far poi battere il record dal figlio Richard M., sindaco dal 1989 fino al prossimo maggio 2011. Papà Daley aveva condiviso la storia di Chicago città di mercati, emigranti, politica estrema, fedi e razze spesso in rivalsa tra di loro. Si dice che sia stato lui, con un qualche gioco alle urne, a permettere al cattolico Kennedy di battere Nixon per la Casa Bianca nel 1960. Di certo fu lui a innovare Chicago, fino alla terribile Convenzione democratica del 1968, quando polizia e dimostranti si scontrarono in mondovisione e Daley padre fu ripreso - primo caso nella storia di labiale tv - a insultare il senatore del Connecticut, Ribicoff: «Fottiti, ebreo figlio di p...». La sua carriera declinò e nessuno si sarebbe immaginato che il timido figlio Richard M. sarebbe stato capace di ordinare le tensioni etniche e sociali di Chicago e governare per altri due decenni, stavolta in armonia. Chicago è una delle più belle città d'America, patria sia di Hillary Clinton che di Obama: e i Daley, pregi e difetti, ne sono campioni veri.
Se l'informazione è claudicante
Gentile direttore, in occasione del congresso dei giornalisti che si svolgerà a Bergamo la prossima settimana, desidero sottolineare come l'informazione, insieme con giustizia e istruzione, sia uno dei pilastri della democrazia. Solo con una trasparente informazione i cittadini possono trarre conclusioni dai fatti riportati e comportarsi di conseguenza. Rilevo che l'inadeguatezza dell'informazione, per non dire parziale (quando va bene) o falsata o manipolata ad arte, non permette di farsi un'idea pensata e libera. È giusto che ci sia pluralità di informazioni, ma sempre più spesso il nostro diritto ad avere notizie vere ed esatte è messo in discussione.