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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 10 gennaio 2011 alle ore 09:16.
Mentre le grandi prefetture faticano ancora a smaltire le pratiche del 2007 e del 2008, è già in pista un'altra gara sui permessi di soggiorno. Edizione 2010, spezzata in tre date (31 gennaio, 2 e 3 febbraio), ancora una volta mix tra prontezza di riflessi - per fare click alle 8 in punto - e buona sorte. I numeri sono ristretti. C'è la crisi, il lavoro è poco, si faranno entrare "solo" 100mila immigrati. Il copione è noto: le quote prevedono l'assunzione di stranieri che devono venire dall'estero in Italia.
Ma chi ingaggerebbe, diciamo la verità, un dipendente senza averlo mai visto prima? Al momento del click va in scena un'altra storia, quella dei datori italiani che compilano il modulo online per persone che già conoscono: immigrati irregolari, 550mila secondo le ultime stime Ismu. Il film non è finito. C'è una scena che molti vorrebbero cancellare dalla Bossi-Fini (lo stesso presidente della camera si era impegnato a farlo): gli stranieri che vincono il nullaosta devono tornare nel paese di origine (da clandestini), fingere di perdere il passaporto "macchiato", rientrare in Italia "vittoriosi" con il visto rilasciato dal consolato italiano all'estero. Una finzione, un viaggio inutile oltrechè che costoso e rischioso. Che in un paese trasparente andrebbe abolito.