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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 07:42.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2011 alle ore 06:39.
Ad appena nove mesi dalla fine del mandato, Jean-Claude Trichet continua a dare l'esempio. Mentre i governi tentennano, tra fughe in avanti, tira-e-molla e molte incertezze, il presidente della Banca centrale europea prosegue per la sua strada, forte delle sue convinzioni. Ieri ha lanciato l'allarme contro l'inflazione, nonostante il momento delicatissimo.
L'economia è ancora fragile, la crisi debitoria in divenire, ma il banchiere è giustamente preoccupato dall'impatto che potrebbe avere l'inflazione da materie prime su un tessuto economico impregnato di abbondante liquidità. Il segnale di Trichet è destinato ai mercati; ma come non vedere anche il messaggio alla politica? Negli ultimi mesi la Bce è stata cruciale nel sostenere l'unione monetaria, acquistando titoli di stato e salvando gli istituti di credito. Sottolineando i rischi d'inflazione, l'istituto monetario avverte i governi che non intende tradire il suo mandato e mettere a rischio la sua credibilità. E soprattutto li esorta ad assumersi le loro responsabilità nel garantire un futuro alla zona euro. Da Trichet, Mr Euro come si è definito un giorno, è giunto ieri un vero appello europeista.