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Commenti e Inchieste

Senza moneta comune torna la linea Sigfrido

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 10:03.

Ho scritto parecchio sull'euro ultimamente e questo ha spinto molti lettori a inviarmi lettere e quesiti. I più critici tra quelli che mi hanno scritto sostengono che l'euro sia in sostanza un progetto politico più che economico. In realtà il problema è sia politico sia economico. È stata questa la strategia europea da quando il ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose la creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca) che alla fine portò alla realizzazione di quella che oggi è l'Unione Europea.

Nella dichiarazione di maggio 1950, Schuman diceva: «L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica».

La sua strategia era quella di proporre una serie di piani d'integrazione economica dalla duplice funzione: dovevano essere economicamente produttivi e avrebbero dovuto creare una "solidarietà di fatto" avvicinando l'Europa all'unione politica - necessaria per la storia di guerra che aveva segnato il Vecchio continente.

Per sessant'anni questa strategia si è rivelata assolutamente vincente. L'Europa è una delle storie più belle e ispiratrici del mondo moderno; pace, prosperità e democrazia sono fiorite dove un tempo c'erano campi minati e filo spinato. Ma l'intero progetto europeo dipende da ogni singolo passo verso l'integrazione che deve rispondere a criteri politici come economici.

Non è detto che l'euro superi il test perché le relative economie sono discutibili. Come ho scritto altre volte, la limitata mobilità lavorativa in Europa e, altro aspetto fondamentale, la sua mancanza d'integrazione fiscale, rendono l'adozione di una moneta comune a dir poco problematica. E questo non preannuncia niente di buono per il progetto europeo più ampio. La solidarietà può essere costruita solo con misure economiche che funzionino e non altrimenti.

Non credo che un crollo dell'euro ci riporterebbe ai tempi della linea Sigfrido, ma sicuramente smorzerebbe quei sentimenti di solidarietà che pian piano dovrebbero portare il continente verso una federazione vera e propria. Se fossi un leader europeo sarei molto preoccupato di questo e sarei disposto ad affrontare grandi rischi pur di tentare e fare un'inversione di rotta.


(Traduzione di Francesca Novajra)
©2010 NYT DISTRIBUITO DA NYT SYNDICATE

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