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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 09:51.
Cedere il Molino Stucky di Venezia? Rinunciare al Villa Igiea di Palermo? Francesco Bellavista Caltagirone si deve rassegnare, qualche pezzo pregiato lo dovrà valorizzare. O almeno queste sarebbero le linee guida del patto che l'imprenditore potrebbe firmare con le banche per trovare l'accordo di standstill sul debito. La situazione non è certo delle più complicate, Acqua Marcia ha un'esposizione di 900 milioni a fronte di un patrimonio stimato di 2,6 miliardi. Il nodo sarebbero piuttosto le scadenze, "mal tarate", rispetto agli incassi. Ecco perché Bellavista Caltagirone ha deciso di affidarsi nelle mani dell'advisor Rothschild che ieri alle 16 banche ha presentato per filo e per segno il gruppo nel suo complesso. E ha promesso, per metà febbraio, un nuovo piano industriale che porti alla dismissione di alcuni asset non strategici, come il settore turistico alberghiero o quello aeroportuale. D'altro canto, Acqua Marcia avrà ancora le attività portuali sulle quali concentrarsi. (R.Fi.)