Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 08:13.
C'è un articolo uscito lo scorso ottobre sul People's Daily a Pechino che ha colpito l'immaginazione di Barack Obama a pochi giorni dalla visita di stato a Washington del Presidente cinese Hu Jintao. L'articolo è di Dai Bingguo, un consigliere di stato, l'uomo di punta per la sicurezza del paese dal punto di vista della politica estera. In quell'articolo, ben 14 pagine, Dai Bingguo riafferma l'approccio dell'"ascesa pacifica" per la Cina.
Non è una posizione nuova. Trova radici nella massima di Deng Xiaoping, quella di evitare il confronto nel momento in cui la Cina cercava lo sviluppo economico e la stabilità applicando le "Quattro Modernizzazioni" (agricoltura, industria, scienza e tecnologia, difesa) ideate negli anni 60 da Zhou Enlai (Ciu En-Lai). Allora, e parliamo del dicembre del 1978, la Cina partiva da zero. Era una potenza nucleare, ma non contava sul piano industriale, commerciale, finanziario. L'obiettivo era quello di diventare una grande potenza economica all'inizio del XXI secolo. Ma ora? Ora che la Cina ha superato le migliori aspettative dei suoi padri, continuerà a valere il principio dell'"ascesa pacifica"?
«Gli obiettivi sono raggiunti. Il sorpasso dell'America avverrà fra soli otto anni. L'impatto di questo cambiamento sulle strutture portanti dell'economia mondiale e della politica ancora non lo possiamo immaginare», sottolinea l'economista di Harvard Dale Jorgensson.
Ci sarà dunque un passaggio al "confronto"? «Credo che le affermazioni di Dai Bingguo definiscano in modo incontrovertibile l'approccio di questa leadership alla politica estera in genere e a quella nei confronti degli Stati Uniti in particolare: resta il principio di un'ascesa pacifica». Chi parla è Tom Donilon, uno dei più ascoltati consiglieri per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca. Sarà lui insieme al Presidente e al segretario Hillary Clinton a cenare martedì sera con Hu e due suoi consiglieri.
Quella cena a sei, super-ristretta, prima del vertice formale di mercoledì e del pranzo di stato, sarà forse l'evento più importante di questo vertice. Hu Jintao arriverà mercoledì nel tardo pomeriggio a Washington. Sarà accolto all'aeroporto dal vicepresidente Joe Biden, ma poi si recherà subito alla Casa Bianca per questa cenetta «informale, intima, dove si potrà parlare a ruota libera», come ha detto Donilon in un briefing preparatorio al summit.
SQUILIBRI COMMERCIALI
Il surplus commerciale cinese (e il corrispondente deficit americano) è il fondamentale motivo di attrito tra le due maggiori economie del mondo. Nonostante la volontà espressa da parte dei due paesi di correggere gli squilibri, il disavanzo americano con la Cina è cresciuto del 20% nei primi dieci mesi dell'anno scorso e potrebbe aver toccato il record dei 270 miliardi di dollari a fine 2010. Questa cifra supererebbe il precedente record di 268 miliardi di dollari toccato nel 2008, un segnale di quanto l'economia cinese sia dipendente dall'export verso gli Stati Uniti.
PIRATERIA SOFTWARE
Microsoft e altre società americane del settore si lamentano che circa l'80% del software installato sui personal computer in Cina è illegale. La Cina ha promesso di acquistare software legale per gli acquisti governativi. C'è anche un piano per aumentare l'export di software americano verso la Cina del 50% nei prossimi due anni.
LA GUERRA SUI CAMBI
È il maggior punto di frizione, una "querelle" iniziata nel 2005. Washington denuncia che lo yuan sia sottovalutato dal 15 al 40% del suo reale valore e accusa Pechino di manipolare il cambio. Un modo per dare alle imprese cinesi un vantaggio competitivo "scorretto" nell'arena del commercio internazionale. La Cina ha rotto l'aggancio valutario con il dollaro a giugno e da quel momento lo yuan si è rivalutato di circa il 3% in valori nominali. La Camera americana ha approvato a settembre una legge che prevede la possibilità di considerare la svalutazione competitiva come una sovvenzione, un'ipotesi che permette al Dipartimento al commercio di porre dei dazi specifici contro le merci cinesi
COMMERCIO DI CARNI
La Cina ha messo al bando le bistecche americane dal 2003 in seguito al primo caso accertato di mucca pazza nelle mandrie americane. Da allora solo tre capi di bestiame americani sono stati trovati nel 2006 infetti dal morbo. Oggi Washington chiede a Pechino, che resiste, di togliere il bando all'import di carne.
CAMPIONI NAZIONALI
Alcune multinazionali americane come la Ge lamentano che in alcuni settori tecnologicamente avanzati il governo di Pechino favorisce, attraverso aiuti fiscali, la formazione di campioni nazionali a discapito dei prodotti offerti da aziende straniere. Si tratterebbe di una serie di normative che di fatto discriminano l'acquisto di prodotti di società estere.
TERRE RARE
La Cina controlla il 97% delle forniture delle cosiddette terre rare, elementi usati in settori dell'alta tecnologia e delle energie pulite. La potente Camera di commercio americana ha fatto pressione sul governo Usa affinché la Cina rimuova le quote sull'export di terre rare. La Cina si è difesa spiegando che le restrizioni sono state decise per limitare l'alto tasso d'inquinamento associato alla lavorazione di questi elementi.