Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 08:14.
Tra pochi giorni il ministro della Giustizia in Parlamento e i magistrati in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario certificheranno, ancora una volta, lo stato comatoso della giustizia civile. Sfondato ampiamente, pare, il tetto dei 6 milioni di cause arretrate. Vero debito pubblico del nostro sistema giudiziario e fattore chiave nell'allontanare investimenti stranieri dal nostro paese. Tra poche settimane, ancora, entrerà in vigore la nuova disciplina della conciliazione che obbliga le parti a provare un accordo prima di andare in giudizio. Una condizione che sarà valida in materie non proprio irrilevanti come il condominio, il risarcimento da incidente stradale, la responsabilità medica.
Un filtro che ci si augura possa contribuire ad evitare il sovraffollamento dei tribunali e a smaltire in via anticipata un buon numero di controversie. Ma che gli avvocati hanno subito osteggiato e per il quale adesso chiedono un rinvio. Che sarà, forse, giustificabile se circoscritto e motivato da ragioni organizzative, ma che avrebbe un sapore amaro se significasse una resa a meno nobili istanze corporative.