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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 06:38.
Cosa deve fare uno di noi se ha fatto troppi debiti? Deve scegliere tra i seguenti possibili rimedi: far sapere ai creditori che non riuscirà mai a pagare tutti quei debiti e quindi potranno solo rivalersi sul suo patrimonio che mette a loro disposizione; lavorare e guadagnare di più, riducendo ogni altra spesa, per riuscire a pagare tutti i debiti fatti; cercare un accordo con i creditori, rimedio intermedio tra i due precedenti: il debito sarà rimborsato, ma solo in parte.
La scelta fra questi tre scenari - fallimento; maggior crescita con austerità; concordato preventivo - dipende anzitutto dalla premessa: hai fatto troppi debiti, cioè hai un "debito eccessivo". Ma chi lo decide, e come?
Vent'anni fa, l'Europa decise che il debito di un paese incluso nell'Unione monetaria era "eccessivo" se superava un certo rapporto rispetto al proprio reddito nazionale (il 60%) e se il deficit superava un certo rapporto annuo rispetto al proprio reddito (il 3%). Il primo numero era l'allora media dell'Europa: chi stava sopra doveva ridurre quel rapporto, cioè impegnarsi ad avere una crescita del debito negli anni successivi inferiore a quella del reddito. Il secondo numero era invece ottenuto da un calcolo che oggi suona provocatorio: con una crescita annua del Pil del 5%, un deficit pubblico che non supera il 3% serve a garantire che il 60 (misurato rispetto allo stock del debito) sia anche rispettato. Ma chi l'ha più vista una crescita del Pil del 5 per cento?
Purtroppo quei due numeri (60 e 3) sono scritti nei trattati e dovrebbero essere rispettati. D'altra parte, se uno parte da un numero molto più alto e reagisce solo frenando l'economia, è possibile che la situazione invece di migliorare peggiori: se i tagli del deficit riducono il Pil più del debito, è possibile che il rapporto debito/Pil continui ad aumentare!
Due sono dunque i problemi che l'Europa ha di fronte: anzitutto, evitare che le richieste ai paesi con debito eccessivo siano controproducenti, cioè aggravino invece di migliorare la situazione. E poi, soprattutto, tornare a ragionare su cosa sia quel debito "eccessivo" che si vuole impedire. Da qualche anno, abbiamo capito che il problema non è solo che quei due numeri - 60 e 3 - sono numeri "stupidi", ma che il debito può essere definito eccessivo se e quando "fa male al prossimo". È questo che abbiamo visto, dopo aver scoperto l'imbroglio della Grecia nel novembre 2009. Da allora, l'aumentata rischiosità della posizione di un paese si riflette su quella di altri - siano essi simili (altri paesi che hanno pure essi molto debito) o opposti (i paesi dove stanno le banche creditrici).