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Commenti e Inchieste

Tunisia tra rischi di contagio e speranze di libertà

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:44.

Gentile direttore, da tempo non si vedeva un regime crollare con la velocità con cui s'è dissolto in Tunisia il governo di Bel Ali. Si parla di rischio contagio, lei ci crede?
Matteo Spica, Genova

Caro Spica, l'Occidente s'è a lungo illuso di comprare il consenso nel mondo arabo con sussidi, occhi chiusi alla repressione e alla corruzione, in nome del pericolo islamismo, certo assai presente. Il risultato è il crollo della Tunisia. L'Egitto di Mubarak è messo anche peggio, per repressione e corruzione. Sotto l'eterno regime del Faraone la povertà è passata dal 39 al 43%, malgrado il formidabile sostegno degli americani. I regimi arabi devono finalmente venire a termini con la modernità che hanno eluso per tutto il Novecento. Il rischio contagio c'è, legga l'intervista di Moussanet al grande Moisi. Ma legga anche delle imprese italiane che vedono nel nuovo governo una opportunità.

Caro-assicurazione...
Gentile direttore, mi è capitato per le mani un giornale ingiallito dal tempo e dall'umidità trovato in cantina. La data è 3 settembre 2003. Si parla della battaglia tra automobilisti e assicuratori per l'elevato costo della polizze, con tanto di richiesta di abbassare le tariffe Rc auto visto il minor numero di incidenti. Sono passati otto anni e i titoli sono sempre gli stessi, le polizze italiane sono le più alte d'Europa e presentano aumenti a due cifre ogni anno. Ogni tanto scoppia lo scandalo, parte la denuncia, fotocopia di tutte le altre, e nulla cambia.
Carmela Carpeni, Arborea (Or)

...e caro benzina
Gentile direttore, nella nostra società i prodotti petroliferi sono come il denaro, l'aumento del loro costo incide sui prezzi di tutti gli altri beni e servizi. La Bce da anni fa l'impossibile per tenere basso il tasso di sconto in modo da stimolare gli imprenditori a fare investimenti. Lo stato italiano, invece, rimane impassibile di fronte all'inspiegabile aumento dei prodotti petroliferi, solo perché gravati da una così elevata percentuale d'imposte che ogni loro aumento si traduce in un aumento di entrate per il ministero dell'Economia. Così, di fronte a consumi rimasti inalterati per il 2010, abbiamo assistito a un aumento di oltre il 10% dei prodotti petroliferi e per la primavera i pessimisti pronosticano la benzina a 1,80 euro. Quando fra qualche mese le tensioni inflazionistiche porteranno a un aumento in termini percentuali dell'unica tassa sempre vigente e la più iniqua, l'inflazione, il ministro dell'Economia non potrà che prendersela con se stesso.

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Tags Correlati: Ali Bel | Bce | Carmela Carpeni | Cina | G8 di Genova | Giuseppe Barbanti | Inflazione | Matteo Spica | Oristano | Tunisia | Venezia

 

Giuseppe Barbanti, Mestre (Ve)

Questa debole europa
Gentile direttore, il G-2 (Usa + Cina) è destinato inevitabilmente a spazzare via il G-7, il G-8 e anche il G-20. Infatti la forza politica che potrà essere espressa a livello globale dalla forza economica di Usa e Cina sarà tale da non poter conoscere rivali. La cosa curiosa è però che il G-2 potrebbe facilmente essere un G-3, se anche l'Europa potesse esprimere unitariamente la sua forza economica a livello globale. Tuttavia solo con una forte unione politica si potrebbe raggiungere questo risultato che, a questo punto, è facile immaginare invece non venga raggiunto, dato che l'unione politica europea è ormai solo un miraggio. Ciò che sconforta forse di più è il totale disinteresse che noi europei di oggi abbiamo verso il giudizio dei nostri figli (o nipoti) che, tra qualche decennio, ci incolperanno di non aver capito che era questo il momento giusto per unire politicamente l'Europa e non lasciarla decadere al semplice ruolo di comprimario (o subordinato) di una storia che sta ridistribuendo gli equilibri politico-economici globali.
Marco Cavicchioli

Difendiamo la natura
Gentile direttore, la morte simultanea di alcuni gruppi di uccelli ha fatto notizia. Nessuno però ha sottolineato il fatto, quello vero, sostanziale: che gli uccelli sono una delle migliori cartine tornasole della salute del nostro ambiente. Così come pochissimi hanno sottolineato che ogni anno intere specie, non solo di uccelli, scompaiono nel disinteresse generale. Forse dovremmo imparare a fare come gli etruschi, che dal volo e dal comportamento degli uccelli sapevano trarre importanti informazioni per il futuro; l'unica cosa che sappiamo fare, invece, è allungare i periodi di caccia.
Francesco Maria Mantero

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