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Commenti e Inchieste

Signor ministro conti bene quelle leggi

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2011 alle ore 13:45.
L'ultima modifica è del 23 gennaio 2011 alle ore 08:12.

In partibus infidelium. Così si definivano i vescovi a capo di diocesi abitate da infedeli e così si deve essere sentito Obama quando ha deciso di lanciare la sua offensiva di riconquista del centro politico sul Wall Street Journal, il suo più implacabile e articolato avversario nel mondo dei media. Con un editoriale pubblicato martedì, il Presidente ha annunciato un executive order con il quale ha imposto all'amministrazione pubblica di rivedere il corpo normativo in vigore, allo scopo di rimuovere le regole datate che soffocano la creazione di posti di lavoro e rendono l'economia meno competitiva.

Poiché i saraceni del Wsj hanno accolto la novità con un fuoco di sbarramento di editoriali scettici (che facevano il paio con la sublime ironia di mettere una didascalia in fondo all'articolo in cui si leggeva «Mr. Obama is President of the United States of America»), l'inquilino della Casa Bianca, per dimostrare che faceva sul serio, ha nominato Jeffrey Immelt, boss della quintessenza dell'industria americana di successo, la General Electric, capo del Consiglio presidenziale per il lavoro e la concorrenza. Bum! Vedremo come andrà a finire.
Non che in Italia si presti scarsa attenzione al tema. In molti si ricorderanno il fuoco wagneriano con cui il ministro Calderoli, novello dio Loge, non avvolse Brunilde ma una catasta di regolamenti a suo dire inutili. In effetti, se si legge il sito del ministero della semplificazione normativa c'è da rimanere impressionati: gli interventi attuati produrrebbero risparmi per 15 miliardi di euro annui. Sono state abrogate 35mila leggi e in breve tempo il numero di norme esplicitamente o implicitamente tolte di mezzo arriverebbe all'astronomica cifra di 411mila. Bum! Altro che Obama. La lista è degna delle statistiche annunciate dagli altoparlanti del Grande Fratello in "1984" di George Orwell: «Più cibo, più vestiti, più abitazioni, più pentole, più carbone … più di qualsiasi cosa insomma, tranne le malattie, i delitti e la pazzia». In attesa di una analisi statistica dettagliata e certificata da terzi imparziali sui meravigliosi risparmi ottenuti dalla semplificazione normativa, leggendo i giornali di gennaio si ha tuttavia l'impressione che malattie, delitti e pazzia non siano scomparsi del tutto. Prendiamo lo studio della Confesercenti, appena pubblicato, dal quale emerge che gli adempimenti fiscali previsti per il 2011 sono 694 per i quali le aziende italiane impiegano mediamente 285 ore di lavoro, 60 in più della media europea, a un costo di quasi 3 miliardi l'anno.

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Tags Correlati: Agenzia Entrate | Calderoli | Confesercenti | Corte di Cassazione | General Electric | George Orwell | Imprese | Jeffrey Immelt | Obama | Pubblica Amministrazione |

 

Inoltre le incertezze abbondano. Questa settimana lo stesso Calderoli è dovuto intervenire di persona per rassicurare che la legge che sanziona penalmente le adulterazioni alimentari non era finita nel fuoco di Wotan, cosa evidentemente non chiara, visto che la stessa Cassazione si era tratta in inganno. Cassazione che ha segnato un passo a favore della semplificazione, restringendo l'insensata applicazione fatta da parte dell'Agenzia delle entrate del concetto di "abuso del diritto": in questo caso il fisco italiano pretendeva di imporre al contribuente la ristrutturazione aziendale per lui più onerosa dal punto di vista impositivo! Ma l'incertezza rimane, in attesa di semplificazione. Che dire, poi, delle complicazioni abbattutesi sulle imprese italiane alle prese con la normativa sullo stress sul posto di lavoro, appena entrata in vigore e foriera di oneri aziendali e parcelle a favore degli psicologi, anche nel caso vi sia un senso di "precarietà del posto di lavoro"?
Lo stesso ministro Tremonti ha pubblicato pochi giorni fa statistiche deprimenti sul numero di pagine sfornate ogni anno dalla Gazzetta Ufficiale e sulla lunghezza degli adempimenti amministrativi necessari per qualsiasi tipo di attività, dall'apertura di un negozio di estetista a una licenza edilizia: o Calderoli ha già risolto il problema e il ministro dell'economia non se ne è accorto o i problemi rimangono e non se ne è accorto il ministro della Semplificazione.
Che guaio, bisognerebbe proprio cambiare: poi però senti Veltroni proporre come grande idea politica per il debito pubblico un super tassa triennale per i "ricchi" e ti rendi conto perché, piaccia o non piaccia, ci dovremo accontentare della semplificazione bunga-bunga ancora per un po'.

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