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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 09:00.
L'ultima modifica è del 26 gennaio 2011 alle ore 09:30.
Francesco Bellavista Caltagirone non dovrà "sgomberare" dal Porto di Imperia ma allo stesso tempo gli unici passi che potrà compiere nel cantiere saranno quelli per la gestione «dell'ordinaria amministrazione». Il Tar Liguria ha accolto a metà il ricorso promosso dalla Porto di Imperia, la società partecipata al 33,33% dall'imprenditore romano attraverso la controllata Acquamare e dal Comune di Imperia stesso, per l'annullamento dell'atto di decadenza della concessione demaniale. In particolare, ha stabilito la sospensione dell'ordine di sgombero previo pagamento di una cauzione di 20mila euro. La ragione? Per conoscere approfonditamente le motivazioni del dispositivo bisognerà attendere la primavera, quando verrà depositata la sentenza anche nel merito. Per quella data, probabilmente, Bellavista Caltagirone avrà anche messo a punto il piano di ristrutturazione della sua AcquaMarcia, oggi impegnata a riscrivere un nuovo piano industriale e a trattare con le banche creditrici. (L.G.)