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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 09:18.
L'ultima modifica è del 26 gennaio 2011 alle ore 09:23.
Le lettere sono partite in queste ore. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha scritto ai suoi colleghi, i capi di stato e di governo del G-20, per ricordare loro che il nuovo gruppo delle potenze tradizionali dell'economia mondiale e dei protagonisti emergenti ha gestito bene l'emergenza dopo la scoppio della grande crisi globale, ma ha bisogno ora di affrontare le ragioni di fondo della crisi, se vuole evitarne una drammatica ripetizione. Squilibri globali, volatilità dei cambi, accumulazione eccessiva di riserve valutarie, governance globale sono tutti problemi irrisolti.
Parigi mette sul tavolo del G-20 la riforma del sistema monetario internazionale, da decenni il Sacro Graal della Francia. La gravità dell'ultima crisi ha convinto anche molti altri che il suo momento è arrivato. Sarkozy si è armato dell'aiuto di un gruppo di "saggi", ispirato dall'ex direttore del Fondo monetario, Michel Camdessus, e dall'ex ministro dell'Economia italiano, Tommaso Padoa-Schioppa (che ha partecipato attivamente fino alla penultima riunione di dicembre, pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa) e composto da altri luminari della diplomazia economica internazionale, come l'ex capo della Federal Reserve, Paul Volcker, e il super-esperto Ted Truman.
I saggi hanno prodotto un documento di una decina di pagine, che l'Eliseo ha allegato alla sua lettera, e predisposto uno studio più dettagliato che sarà sul tavolo dei ministri finanziari e dei governatori alla riunione di metà febbraio a Parigi. Di fatto, costituirà la base di partenza della discussione che la presidenza francese del G-20, pur navigando con cautela fra le visioni contrapposte di Stati Uniti e Cina, vuol condurre in porto quest'anno.
Il G-20 ha affrontato con decisione la fase più acuta della crisi, poi, appena le cose hanno cominciato a normalizzarsi, ognuno ha preso a muoversi da sé e per sé. I problemi di lungo termine sono rimasti largamente intatti, se si esclude il pesante lavoro sulla nuova regolamentazione della finanza coordinato dal Financial Stability Board. «La cooperazione internazionale - dice il documento dei saggi, battezzato "iniziativa di Palais Royal" dal nome del loro ultimo incontro - è un ingrediente necessario nella ricerca della prosperità nazionale».