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L'America a scuola di italiano

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 08:05.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2011 alle ore 06:38.

Da settembre, nei licei americani sarà di nuovo incluso l'Advanced placement program (Ap) in lingua italiana dopo due anni d'interruzione. È un evento fondamentale per la cultura italiana negli Stati Uniti. Ma è soprattutto una vittoria per chi ha avuto la tenacia e la visione di portare a termine questo progetto.

«È la tappa culminante di tre anni di sforzi e negoziati fra il governo italiano e le organizzazioni italo-americane al fine di poter reintegrare l'Ap d'italiano nelle scuole americane - dice Margaret Cuomo - e bisogna riconoscere che il merito di questo successo è di tutti».
Eppure, se c'è qualcuno a cui si deve attribuire il titolo di paladino culturale per l'Ap d'italiano è sicuramente la Cuomo, presidente dell'Italian language foundation, da lei stessa fondata con Louis Tallarini. Sotto la sua guida un gruppo di enti governativi e privati è riuscito a realizzare quella che appariva come una missione impossibile. Ma procediamo con ordine. Risaliamo all'inizio dell'avventura, appassionata e caparbia, del team Cuomo-Tallarini.
Già nel 2003 si era costituito un National committee il cui compito era di disegnare un corso di cultura che avrebbe consentito ai licei americani d'includere l'italiano assieme a francese, spagnolo, latino, giapponese e cinese. Il 2005 vede il lancio del programma con notevoli aspettative. Era la prima volta che negli Usa un'istituzione educativa pubblica patrocinava la lingua italiana.

Fu relativamente facile arrivare a questo primo passo. «L'idea originale è partita da alcuni insegnanti della scuola secondaria che hanno contattato mia madre, Matilde Raffa Cuomo, quando non era più la first lady dello stato di New York - spiega Margaret Cuomo - perché ritenevano che avesse la sensibilità di aiutarle a realizzare questo progetto. Mia madre mi chiamò e così cominciai a scrivere e a incontrare varie persone, partendo dal presidente del College Board». Saranno la Cuomo e Tallarini a intraprendere la frustrante routine della ricerca di sponsor e di collaboratori.
Un lavoro in équipe che dà subito risultati promettenti: le tre maggiori organizzazioni italo-americane (Niaf, Osia, Unico) risposero all'appello offrendo 200mila dollari. Con grande solidarietà d'intenti, il governo italiano contribuì con 300mila dollari. Fu meno facile accettare che, dopo un breve periodo di prova, l'Ap entrava in crisi e veniva sospeso alla fine dell'anno accademico 2008-09.

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Tags Correlati: Associated Press | College Board | Cultura | Gaetana Marrone | Gianni Letta | Italian Language Foundation | Louis Tallarini | Margaret Cuomo | Matilde Raffa Cuomo | National committee | Stati Uniti d'America

 

Il numero degli iscritti non copriva le spese del College Board, che si aspettava un minimo di 5mila studenti l'anno. L'italiano non cresceva a un ritmo economicamente sostenibile: dal 2005 al 2009 gli studenti oscillavano tra 1.600 e 2.300. L'Italian Language Foundation non riuscì a raccogliere in tempo il milione e mezzo di dollari necessario a sostenere il programma.

Ricominciare da capo richiese grande forza d'animo e soprattutto lasciarsi alle spalle quella dose di scetticismo che spesso frena le iniziative degli italiani, in patria e all'estero. Una serie d'incontri a Roma nel 2008, promossi dalla famiglia Cuomo e da Louis Tallarini, convinsero il sottosegretario Gianni Letta a garantire un finanziamento alla pari da parte del governo italiano.
Così l'Ap d'italiano sarà assicurato per il prossimo anno accademico, dopo un percorso lungo e accidentato.
Un successo del genere ha dello straordinario. Ci si augura che il programma continui per anni a venire. È da sottolineare che l'Ap permetterà agli studenti liceali, americani e non, di eliminare il language requirement e d'iscriversi a corsi universitari superiori.
Più lauree? Più insegnanti? Più posti di lavoro? Chiunque abbia a cuore le sorti dell'italiano può solo auspicare che i risultati ottenuti da Margaret Cuomo e da Louis Tallarini abbiano basi solide e sicure.
Gaetana Marrone insegna all'Università di Princeton

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