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Commenti e Inchieste

Cartoline da Davos. Ma il mondo politico vorrà leggerle bene?

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 08:19.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2011 alle ore 06:38.

Gentile direttore, è cominciato a Davos il World economic forum e la global class arriva a verificare a che punto è la crisi. Che si diranno?
Paolo Montaldi
Zurigo

Caro Montaldi i banchieri non saranno più i cattivi, dollaro, euro e yuan faranno il braccio di ferro, l'Asia farà la voce grossa, gli Usa saranno gentili ma continueranno a stampare biglietti verdi. Le tecnologie sono al centro dell'attenzione e l'Africa dice arrivo anch'io. Innovare dicono le menti migliori: le ascolteremo? Solo politico italiano in programma? Tremonti.

La forza del ricordo
Gentile direttore, oggi è il Giorno della Memoria: io mi appunterò sul maglione il nastrino nero del lutto. Non sono di discendenza ebraica, ma mio padre, mentre era comandato in una straziante guerra sul fronte russo, perdeva due fratelli minori di venti e ventuno anni nel campo di concentramento di Buchenwald: questi giovani morirono di stenti e di fame pesavano diciannove kg (erano alti 185 cm). Lui mi diceva che questo dolore incommensurabile lo legava al popolo ebraico.
Giuseppe Marcuzzi
Aiello del Friuli (Ud)

La pressione del Fisco
Gentile direttore, le statistiche confermano il progressivo impoverimento delle famiglie italiane. La pressione fiscale non solo è aumentata in questi anni, ma l'Agenzia delle Entrate è diventata sempre più aggressiva. Cartelle pazze costringono cittadini a defaticanti trafile in uffici e ricorsi presso le commissioni tributarie. Richieste di tributi fuori dai tempi massimi previsti dalla legge. Anche in questo caso, costringono a ricorsi, con spese e perdite di tempo. I cittadini sono sottoposti a controllo del fisco senza precedenti nella storia. Obbligo di esibire il tesserino fiscale per spese al di sopra di 3.500 euro. Si dirà, facendo il proprio dovere non si ha nulla da temere. Non è esattamente così, anche perché al cittadino è sempre imposto l'obbligo di fornire giustificazioni. Se tutto fosse semplice, anche Berlusconi non dovrebbe preoccuparsi per l'azione dei Pm, mentre invece lui inveisce e strepita, sa bene che in Italia, il coltello per il manico, come si suole dire, lo hanno sempre gli enti pubblici. Loro non hanno limiti di spesa, tutti gli oneri sono sempre a carico dei contribuenti.

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Maghreb

Disegno di Domenico Rosa

Tags Correlati: Agenzia Entrate | Asia | Davos | Domenico Frassi | Filosofia | Germania | Giuseppe Marcuzzi | Italia | Marco Cavicchioli

 

Domenico Frassi
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Radici del fondamentalismo
Gentile direttore, la tendenza a semplificare è la radice del fondamentalismo. Il fondamentalismo è avere un'unica idea che rifiuta la complessità della realtà e pretende di spiegare tutto soltanto attraverso la semplificazione e il riduzionismo. Così non c'è nemmeno spazio per pensare perché tutto è già schematicamente determinato attraverso i pregiudizi.
Lettera firmata

Perché è ricca la Germania
Gentile direttore, la ricchezza è l'unico vero obiettivo di qualsiasi strategia economica (sia pubblica che privata). Ogni paese infatti deve produrre continuamente ricchezza per poter mantenere i propri livelli di benessere. In quest'ottica è assolutamente evidente che i paesi emergenti, come la Cina, abbiano bisogno di incrementare la loro produzione di ricchezza anno dopo anno, per poter ambire ad uscire finalmente dalla povertà. Ma è anche evidente che i paesi già ricchi sono giocoforza costretti a mantenere i propri livelli di produzione di ricchezza per non tornare a sprofondare nella povertà in cui vivacchiavano solo pochi secoli fa. La Germania l'ha capito molto bene, e ha messo in campo misure politiche ed economiche che, più che in ogni altro paese industrializzato, stanno incoraggiando le aziende a diventare sempre più efficienti e, quindi, competitive. Qualsiasi paese industrializzato che non segua questa logica (e ad esempio preferisca drogare la domanda...) è inevitabilmente destinato a fallire. Anche perché non c'è limite alla crescita globale della ricchezza fino a che tutti gli abitanti del pianeta non saranno... ricchi. Fino ad allora (ovvero per almeno ancora un paio di secoli) non c'è limite alla crescita. Ora la domanda è: vogliamo prenderci una fetta, per quanto piccola, di questa crescita, o ci accontentiamo che se la prendano tutta i paesi emergenti e a noi ci lascino solo le briciole?
Marco Cavicchioli
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