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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 07:15.
L'ultima modifica è del 04 febbraio 2011 alle ore 10:12.
Continuiamo a farci sbeffeggiare all'estero sui rifiuti di Napoli, l'emergenza che da una quindicina di anni non trova una soluzione. Già la Commissione europea aveva brontolato, poi Bruxelles aveva avviato uno studio riservato, e ieri è toccato al Parlamento europeo dare un'altra (l'ennesima) bocciatura alle strategie italiane dell'emergenza e dei commissari nominati dal governo (anzi, dai governi che si sono alternati nel tempo). Sono state scelte controproducenti e hanno creato opacità profonde, dicono in una "risoluzione" i parlamentari europei (40 parlamentari italiani del gruppo popolare, cui aderisce il Pdl, hanno proposto emendamenti per mitigare la bocciatura, ma sono stati respinti tutti).
Le osservazioni non sono peregrine: in molti casi la condizione di emergenza gestita da commissari con pieni poteri e pochi controlli ha prodotto una pioggia di denaro, non sempre speso in modo avveduto. Non a caso è poco gradita la rendicontazione dell'attività; è di questi giorni il fatto che ai militari della cosiddetta "unità stralcio" è stato tolto l'incarico di fare il rendiconto ed è stato ordinato loro di chiudere negli scatoloni tutta la documentazione economica, con sigilli di ceralacca e verbali di consegna ai civili. Gli scatoloni pieni di documenti andranno ad affiancarsi agli altri, nel dimenticatoio.