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Commenti e Inchieste

Alla Bce tempi da Draghi

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 08:03.
L'ultima modifica è del 15 febbraio 2011 alle ore 06:39.

È buona norma, in generale, che un editorialista non si pronunci in favore di un candidato a una carica importante. Ma nella successione a Jean-Claude Trichet a capo della Banca centrale europea gli aspetti politici sono ormai parte della crisi stessa. La decisione di Axel Weber, il presidente della Bundesbank, di ritirarsi dalla corsa complica il percorso verso un accordo tra i paesi della Ue, a marzo, su un pacchetto di misure per la soluzione della crisi. Senza un tedesco a capo della Bce, Angela Merkel avrà bisogno di un altro trofeo da riportare in patria dai negoziati, e l'impresa potrebbe rivelarsi difficile.

Una settimana fa scrivevo che l'esito più probabile di queste trattative era un accordo raffazzonato. Negli ultimi sette giorni le probabilità di un fallimento puro e semplice sono cresciute. I negoziati per rimpinguare ed estendere il Fondo europeo per la stabilità finanziaria sono in stallo. E sono in stallo anche le trattative su un patto per la competitività in salsa tedesca. Nel frattempo, gli spread sui titoli di stato portoghesi hanno raggiunto nuovi record, ed è evidente che il settore bancario irlandese necessita di iniezioni di capitale più cospicue rispetto a quanto precedentemente stimato. Alla data del 28 gennaio, l'assistenza di emergenza della banca centrale di Dublino in favore delle banche irlandesi (un programma di liquidità al di fuori dell'attività ordinaria della Bce) ha raggiunto l'incredibile cifra di 51,1 miliardi di euro. È un dato che dà la misura della quantità aggiuntiva di capitale che potrebbe essere necessario.
In altre parole, la crisi finanziaria europea ora si è aggravata. Una sfida per la successione malgestita potrebbe accrescere la frattura fra il nocciolo duro e la periferia dell'euro. Se i problemi resteranno irrisolti troppo a lungo o, peggio ancora, se verranno risolti male, a uscirne penalizzata potrebbe essere ancora una volta la fiducia. La scelta del nuovo presidente della Bce è la nomina più importante negli ultimi decenni di vita delle istituzioni europee, perché è una dichiarazione politica sulla volontà e la capacità dei paesi di Eurolandia di risolvere la crisi.

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Tags Correlati: Angela Merkel | Axel Weber | Banca d'Italia | Bce | Bundesbank | Fabio Galimberti | Istituzioni dell'Unione Europea | Jean-Claude Trichet | Mario Draghi | Pubblica Amministrazione |

 

Che caratteristiche deve avere il candidato ideale? Un mix di qualità difficile da trovare: deve avere esperienza nella gestione di una banca centrale, una profonda conoscenza dell'economia monetaria e finanziaria e del sistema finanziario, la capacità di coagulare un consenso all'interno di un consiglio direttivo problematico e spesso diviso, la capacità di "vendere" questo consenso al mondo esterno, la capacità di tenere testa a leader politici di peso come il presidente francese e il cancelliere tedesco e credibilità agli occhi del mondo esterno, investitori globali inclusi.
Eurolandia è stata fortunata ad avere Trichet come presidente durante la crisi, perché è un uomo che possiede molte delle qualità elencate. Weber ne possiede alcune, ma si è dimostrato cronicamente incapace di presentare in modo positivo compromessi in cui non credeva. E il modo in cui ha gestito la sua stessa uscita dall'amministrazione pubblica rivela una sbalorditiva mancanza di acume politico.
Fra i candidati sul terreno, e disposti ad assumere l'incarico, ce n'è uno, e sfortunatamente uno soltanto, che possiede una quantità sufficiente dei requisiti summenzionati. Si tratta di Mario Draghi, il presidente della Banca d'Italia. È un economista esperto e che conosce bene il sistema finanziario globale, essendo alla guida del Comitato per la stabilità finanziaria. Ed è abituato ad avere a che fare con politici problematici. La cosa che mi sconvolge di molti degli altri contendenti alla carica non è che manchino di uno o più dei requisiti citati, è che non ne possiedono neanche uno. Se ci si limitasse al curriculum, l'esito della gara dovrebbe essere scontato.

Naturalmente i requisiti possono essere diversi. Magari c'è qualcuno che vuole un falco anti-inflazione alla guida della Bce. Ma che cosa significa? Un banchiere centrale con propensione a raggiungere risultati ancora più bassi di quelli fissati? Non sarebbe in contraddizione con il mandato della Bce di garantire la stabilità dei prezzi, che si è tradotto in un range di target di inflazione piuttosto limitato? In ogni caso, Draghi è sensibile al target come chiunque altro nel consiglio direttivo.
Rimane l'argomento settario dell'italianità di Draghi, e che la Merkel non potrebbe mai far digerire ai tedeschi un presidente della Bce italiano. Ma una tesi del genere non è in contraddizione con l'auspicio della cancelliera tedesca e dei suoi colleghi della Ue di inviare un segnale forte di unità, senza distinzioni tra nord e sud o tra centro e periferia? Sento ancora l'eco dell'impegno a fare «tutto quello che sarà necessario».
Parole che perdono la loro magia se se ne aggiungono altre. «Tutto quello che sarà necessario» a patto che non ci costi nulla. «Tutto quello che sarà necessario» a patto che il coordinamento delle politiche non abbia conseguenze per noi ma solo per gli altri. «Tutto quello che sarà necessario» a patto che il capo della Bce non sia italiano.
Bisognerà lavorare sodo per aggiungere vera sostanza a «tutto quello che sarà necessario»: sul fronte dei meccanismi di liquidazione degli istituti di credito, sul fronte del miglioramento e potenziamento del Fondo europeo per la stabilità finanziaria e sul fronte del coordinamento delle politiche. E in questo lavorare sodo rientra anche la scelta di un candidato serio.

L'esito migliore immaginabile sarebbe che la Merkel nominasse Draghi come suo candidato. In questo caso, perfino io comincerei a prendere sul serio quell'impegno a fare «tutto quello che sarà necessario».
L'esito peggiore sarebbe un braccio di ferro lungo e serrato, seguito dalla nomina di un candidato di terza fascia. Per l'euro, sarebbe una tragedia.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
© FINANCIAL TIMES

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