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Commenti e Inchieste

Se il ministro è on the road

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 08:11.

Una trovata di puro marketing politico. No, una scena da "iconografia sovietica". No, un astuto occhieggiare al serbatoio elettorale del Mezzogiorno. No, il segno di una certa freddezza nei confronti della campagna pro-crescita lanciata dal premier Silvio Berlusconi. No, semplicemente un'iniziativa inutile.
Il viaggio Roma-Reggio Calabria-Roma (andata in treno, ritorno in pullmino) del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dei leader di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti ha fatto fiorire le più diverse interpretazioni.

Molte foto li ritraggono (in pullover, senza l'abito d'ordinanza da concertazione) seduti prima (da Roma a Napoli) su un Frecciarossa delle Fs poi (seconda classe) su un Intercity da Napoli a Lamezia Terme e infine sul regionale dei pendolari che arriva a Reggio. Ritorno in pullman da quindici posti sull'autostrada (la famigerata A3, Salerno-Reggio Calabria) principessa d'asfalto delle opere incompiute, dove molti cantieri sono presidiati dai militari dell'Esercito. Mitra in pugno.
Il ministro delle entrate e delle uscite, due sindacalisti. Cosa ci facevano i tre, in viaggio da Roma verso Sud e viceversa? Un tuffo - questa la spiegazione - nei problemi dell'emergenza-trasporti ferroviaria e stradale, la stessa che s'accanisce quotidianamente, e da tempo immemorabile, sui semplici cittadini. Un'idea come un'altra, e nemmeno del tutto originale. Il treno era (e resta oggi) assai amato dall'allora presidente del Consiglio Romano Prodi, del quale si ricordano anche le campagne elettorali a bordo del pullman, mezzo a sua volta usato anche da Walter Veltroni.
Sarà l'abbigliamento troppo ordinario (dunque sospetto), sarà la risposta ossidante via telefono del ministro al capo azienda di Trenitalia Mauro Moretti («Ho saputo che siete nostri clienti», esordisce Moretti. «Manca l'acqua in tutti e due i bagni della carrozza, se ci fosse sarebbe meglio», ribatte Tremonti, che dopo parlerà di un treno comunque «dignitoso») ma sta di fatto che l'iniziativa non è piaciuta granché.

Si va dalla reazione pragmatica («la scoperta dell'acqua calda», commento del quotidiano La Sicilia) a quella psicologica («fa molta tristezza», «è deprimente», a giudizio della leader della Cgil Susanna Camusso e del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo). Si passa poi a quella da esclusione (segno di «mancanza di rispetto», per il leader sindacale dell'Ugl Giovanni Centrella) e a quella artistica («iconografia sovietica», copyright della Cgil, e «Tremonti è come Agatha Christie sull'Orient Express» secondo il Pd). Infine, ecco quella più dietrologica: il blitz è scattato appena dopo la conclusione della conferenza stampa Berlusconi-Tremonti sul piano di rilancio anticrisi dove il ministro è stato avarissimo di parole e d'impegni; non a caso, nel corso del viaggio, ha poi detto che il problema del Mezzogiorno, molto spesso, non sono i soldi ma l'incapacità di spendere e i labirinti burocratici che frenano i progetti.

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Tags Correlati: Agatha Christie | CGIL | Cisl | Ferrovie dello Stato | Giulio Tremonti | Governo | Luigi Angeletti | Napoli | Pd | Reggio Calabria | Roma | Romano Prodi | Sicilia | Sidney Sonnino | Silvio Berlusconi | Sud | Trenitalia | Uil | Walter Veltroni

 

Ora, che il viaggio A/R Roma-Reggio Calabria-Roma di Tremonti, Bonanni e Angeletti non fosse né una tappa del Viaggio in Italia di Guido Piovene nel 1957 né un'inchiesta (idea nata in una birreria di Berlino dopo la lettura di un giornale inglese su cui era scritto che gli italiani conoscevano il Meridione meno degli stranieri) tipo quella storica del 1876 sulla Sicilia di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, lo si sapeva. Così come si sa che l'accoppiata treno-pullman, in seconda classe, senza cravatta e giornalisti al seguito, obbedisce a elementari regole di marketing politico. Valide a destra, a sinistra e al centro.
Ma quante volte, da anni, si afferma e si scrive che uno dei problemi principali dell'Italia sta nella "separazione" tra la classe politica (e sindacale) e i cittadini-elettori, di cui non si conoscono i problemi "veri"?

Due sindacalisti e un ministro si sono fatti un giro. Hanno vissuto in prima persona come si viaggia sui treni diretti a Sud e, al ritorno, hanno fatto zig-zag per centinaia di chilometri con un pullmino tra i cantieri della A3. Più utile di una tavola rotonda. Tremonti ha detto che di «soldi ne sono stati bruciati un sacco» e che quello che manca è la capacità degli amministratori locali di saper spendere. Nulla di rivoluzionario ma tristemente vero.

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