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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 17 febbraio 2011 alle ore 06:39.
Nonostante la vittoria delle forze democratiche in Egitto, l'instabilità attuale può ancora dare ad al-Qaeda e ad altri gruppi islamici estremisti la possibilità di estendere la propria influenza. L'Egitto ha bisogno immediato di aiuti internazionali per garantire l'accelerazione delle riforme e scongiurare il rischio che gli estremisti mettano radici.
Per secoli l'Egitto è stato il cuore del mondo arabo: centro di idee capace di dettare le tendenze. Ma è anche la patria del fondamentalismo islamico del XX secolo e del più moderno estremismo islamico.
Al-Qaeda, così come altri gruppi egiziani estremisti, è fortemente contraria all'insediamento della democrazia, perché il "contagio" della democrazia potrebbe estendersi a tutto il mondo islamico, minando le basi del suo messaggio estremista.
Al-Qaeda aveva lanciato un segnale appena tre settimane prima che scoppiasse la rivoluzione in atto, con la bomba del 1° gennaio in una chiesa coopta di Alessandria, che ha ucciso 21 fedeli. Si è trattato di un tentativo di creare tensioni tra musulmani e cristiani. Durante la rivolta recente i siti web di al-Qaeda hanno esortato i seguaci a praticare la "jihad" contro il regime, e non a unirsi alle dimostrazioni pacifiche. Saggiamente, la maggioranza dei musulmani li ha ignorati, protestando ostentatamente fianco a fianco con i cristiani d'Egitto. Tuttavia, agitare l'isteria anticristiana (o antisciita) resta una strategia plausibile di al-Qaeda.
L'estremismo ha radici profonde in Egitto. Il numero due di al-Qaeda, il fervente ideologo Ayman al'Zawarhiri, un tempo guidava la jihad islamica egiziana e, nonostante gli anni in esilio, ha cercato di ridare slancio al movimento islamico nel suo paese. Nel corso degli anni, ha attaccato chiunque abbia cercato di prendere il timone dell'Islam in Egitto, compresi i Fratelli musulmani.
La società dei Fratelli musulmani non è più un portatore di estremismo. Nata nel 1928 come veicolo dell'anticolonialismo, ha contribuito attivamente alle lotte contro gli inglesi, gli americani e il giogo comunista. Il suo potenziale rivoluzionario è stato forgiato in un grande fermento intellettuale, prima dai suoi fondatori egiziani e poi dagli ideologi pakistani, che hanno scritto di un mondo islamico regolato dalla sharia. Ma negli ultimi quarant'anni, i Fratelli hanno cercato di partecipare ai processi democratici, ripudiando la jihad violenta. Al-Qaeda li accusa di essersi svenduti all'Occidente.