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Commenti e Inchieste

Il dilemma di Berlusconi

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 17 febbraio 2011 alle ore 06:40.

I l gip Cristina Di Censo, viste le «prove evidenti a suo carico», ha disposto un dibattimento con rito abbreviato contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che inizierà a Milano il 6 aprile. Le accuse sono quelle di concussione e prostituzione minorile.
Luca Ricolfi
Università di Torino - La Stampa

La situazione può precipitare Immagino che Berlusconi eviterà di presentarsi in aula perché non considera Milano il tribunale che lo deve giudicare e perché non ha argomenti solidi con i quali difendersi. Credo che gli avvocati che lo difendono cercheranno qualche escamotage per posticipare l'udienza, tipo un decreto legge per variare la legge sul legittimo impedimento. Di sicuro non vedremo l'incontro tra Boccassini e Berlusconi a palazzo di giustizia.
Il presidente è distratto da donne e guai giudiziari: non ha concentrazione per le riforme. L'esecutivo invece ha interesse ad agire: la Lega vuole il federalismo (che non sarà mai applicato). Per la curva di Smith il peggior momento di un governo è il 3° anno, pertanto si cercherà di votare nella primavera 2012 dopo aver fatto qualche riforma. Ma la situazione potrebbe precipitare spinta da un evento internazionale, da una congiura dei suoi o da nuove intercettazioni.

Piero Ostellino
Editorialista Corriere della Sera

La maggioranza è troppo risicata Non credo che il 6 aprile Silvio Berlusconi si presenterà in tribunale: la sensazione netta è che non ci sia proprio la volontà di comparire davanti ai giudici. Gli avvocati della difesa faranno di tutto per evitare l'udienza, soprattutto facendo agio sul fatto che non considerano Milano il giudice naturale della vicenda Ruby. Anzi lavoreranno per portare il procedimento davanti al tribunale dei ministri.
L'azione del governo dipenderà dalla capacità di Berlusconi di raccogliere altri parlamentari per rafforzare le fila del Pdl. Con una maggioranza risicata come quella attuale è difficile governare: di sicuro, nei prossimi mesi non saranno attuate le riforme strutturali di cui questo esecutivo parla da anni. Non vedremo cambiamenti epocali non solo perché la maggioranza è raccogliticcia, ma anche per la forza delle corporazioni.

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Tags Correlati: Alessandro Campi | Comitato Esecutivo | Corte Costituzionale | Cristina Di Censo | Lega | Luca Ricolfi | Miguel Gotor Università | Milano | PDL | Politica | Silvio Berlusconi | Smith | Stefano Menichini Direttore Europa | Università degli studi di Torino

 

Miguel Gotor Università di Torino – Sole24Ore
La Lega sarà sempre più forte Sul piano giudiziario Berlusconi non commetterà l'errore di sottrarsi al processo, ma con i suoi avvocati farà di tutto per dilatarne i tempi usando il legittimo impedimento e il conflitto di attribuzione con la magistratura ordinaria, in attesa che sia eletto il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Così facendo indosserà ancora una volta i seducenti panni della vittima che resiste, preparandosi alle elezioni: l'ultimo referendum.
Sul piano governativo proverà a puntellare la sua maggioranza che è sempre più tecnica e meno politica sperando nell'allargamento del gruppo dei "responsabili", nelle divisioni di Futuro e libertà e offrendo nuovi posti nell'esecutivo. È molto difficile in queste condizioni ipotizzare un rilancio della sua azione di governo. Egli consegnerà sempre più il suo destino nelle mani della Lega che avrà il ruolo decisivo.

Stefano Menichini Direttore Europa Si apre il festival della propaganda Nel processo che si apre il 6 aprile il premier cercherà di agire in modo dilatorio e ostruzionistico. Per il tipo di reato, di procedimento e per la vasta attenzione internazionale che la vicenda sta riscuotendo è il processo più pericoloso cui va incontro Silvio Berlusconi, per cui quel che si prospetta è uno scontro ancora più marcato rispetto al passato fra politica e magistratura.
Il premier ha già detto che l'esecutivo cercherà una normalizzazione, forte di una maggioranza che ha i numeri per governare fino alla fine della legislatura. Si tratta del messaggio propagandistico che tante volte abbiamo sentito in questi anni e che ora è ancora più marcato. La tensione sarà permanente su ogni scelta, con l'incognita della Lega che potrebbe in qualsiasi momento staccare la spina al governo.

Alessandro Campi
Università di Perugia
Galleggiamento e poco altro Berlusconi ostenta sicurezza ma potrebbe decidere - in modo consono alla sua natura - di scendere in guerra, mobilitare il suo popolo, alzare i toni dello scontro con la magistratura, con una strategia fatta di appelli, videomessaggi e manifestazioni di piazza. Oppure, per non acuire le tensioni con le altre istituzioni della Repubblica, potrebbe farsi forza ripetendo che la vicenda Ruby è una montatura destinata a sgonfiarsi.
La maggioranza è politicamente instabile anche se ha i numeri per governare, ma è ragionevole pensare che non si allargherà ulteriormente. Si vivrà galleggiando. Di certo, la Lega è combattuta: per ora, vince il sentimento - che è soprattutto di Bossi - della lealtà personale verso Berlusconi. Ma se i margini di manovra si dovessero restringere e non ci fossero più spazi per le riforme, la Lega potrebbe sfilarsi.

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