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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2011 alle ore 09:53.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2011 alle ore 08:14.
La concorrenza sui treni, come ogni concorrenza, è benvenuta e migliorerà il servizio per i cittadini e i consumatori: e in nessun mercato, come nei trasporti, cittadino e consumatore s'identificano. Si può fare a meno, per gusto o disponibilità, di questa o quella merce, ma ciascuno di noi deve muoversi. La strada ferrata è stata la via maestra del capitalismo, dall'Inghilterra agli Stati Uniti; come nella vecchia canzone di De Gregori, sviluppo e binari son stati paralleli. Dove le liberalizzazioni sono state esasperate, vedi il mondo anglosassone, spesso il risultato non è stato positivo per i viaggiatori.
E in vari paesi, vedi Germania, l'incumbent ha mantenuto qualche favore di partenza. Noi favoriamo - come in ogni settore - la massima apertura dei mercati e la massima concorrenza. Al tempo stesso siamo consapevoli che non si può vivere solo di alta velocità (anche se speriamo che le assurde luddiste resistenze alla Tav infine saltino) e che anche i treni dei pendolari siano efficienti, rapidi e puliti. Concorrenza con regole non è risultato impossibile. Dunque i rivali polemizzino, discutano, provino ad agguantare il vantaggio: purché alla fine vincano davvero i migliori e i consumatori-cittadini abbiano un risultato.