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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2011 alle ore 08:14.

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«Niente grasso, niente aggettivi, niente avverbi. Solo sangue, ossa e muscoli. Guarda, è splendido. È un nuovo linguaggio». Era appena ventenne Ernest Hemingway quando chiarì a un collega del Kansas City Star le regole di uno stile narrativo destinato a renderlo celebre. Il quotidiano lo aveva assunto con la qualifica di apprendista reporter e lui non ebbe bisogno di troppo tempo per diventare una firma di punta del giornale.

Nelle stanze della piccola redazione del Missouri ebbe così inizio una rivoluzione che cambiò il ritmo della prosa in inglese. Hemingway rimase sempre fedele al principio di puntare all'essenziale, sintetizzando il significato di eventi collettivi o di drammi individuali in capolavori in cui il necessario viene detto senza mai appesantire la pagina con dettagli inutili.

È la tecnica che ritroviamo nelle Storie della guerra di Spagna, quattro racconti composti mentre seguiva l'evolversi del conflitto per la «North American Newspaper Alliance», un'agenzia di stampa i cui testi venivano ripresi da ben sessanta testate statunitensi. Il fragore degli scontri, le confuse strategie militari dei combattenti, l'infuocato dibattito politico erano temi riservati alle corrispondenze. Qui Hemingway preferisce dar conto di ciò che accade durante le pause tra gli assalti. In circostanze tanto drammatiche, lascia intendere, ciascuno mette a nudo in maniera involontaria vizi e virtù. Le vicende ambientate spesso al bar di Chicote, «il posto giusto dove cominciare una serata», ci restituiscono la millimetrica mappatura della lotta in corso tra repubblicani e fascisti e, nel contempo, offrono una formidabile galleria di personaggi nelle cui gesta scorgiamo l'immutabile universale umano.

Il coraggio, la paura, la viltà, lo sprezzo incosciente del pericolo, il piacere perverso del tradimento innervano i racconti. A offrire volto e voce ai temi scelti da Hemingway ci sono uomini che hanno deciso di imbracciare il fucile in difesa delle proprie idee e altri che, invece, sono stati coinvolti nella guerra. Quasi tutti finiscono per ritrovarsi al caffè di Chicote dove consumano robuste quantità di alcolici e trascorrono ore spensierate in attesa, la mattina successiva, di indossare di nuovo la divisa. In un caso («La denuncia») è il gusto della sfida a portare un personaggio al bar. Luis Delgado, campione di tiro al piccione, è un noto esponente della destra e da Chicote, locale frequentato in larga maggioranza da repubblicani, può solo andare incontro a guai. Ma Luis, ci informa il narratore, non se ne cura, il gin and tonic introvabile altrove giustifica il rischio e assai poco gli importa delle inevitabili ricadute negative di una scelta inspiegabile in termini razionali.

È invece uno scherzo innocente a far da detonatore al dramma che segna «La farfalla e il carro armato»: un avventore forse alticcio del Chicote infastidisce camerieri e clienti con una pistola ad acqua caricata con un profumo e per questo viene ucciso da un agente di polizia in borghese. Un episodio, commenta il direttore del caffè, capace di sintetizzare «meglio di mille discorsi l'allegria fraintesa che entra in contatto con la mortale serietà che ormai c'è qui da noi». Frammenti di passato e ansia per il futuro dominano i colloqui tra i protagonisti di «La notte prima della battaglia», uomini arrivati in Spagna da ogni parte del mondo allo scopo di sperimentare «l'orrore e la bellezza della guerra», dice uno di loro. A chiudere la raccolta è «Sotto il crinale», che ha per protagonisti alcuni cineoperatori impegnati a realizzare un documentario sul conflitto e decisi a procurarsi le migliori inquadrature possibili senza venir colpiti dai tiri dei carri armati.

Appena Hemingway lasciò la Spagna, da quanto visto al fronte e narrato nei racconti prese avvio il lavoro su «Per chi suona la campana», uno dei libri che meglio prova la genialità di un narratore abilissimo nel riassumere con pochi tratti essenziali una personalità o un'epoca. «Solo sangue, ossa e muscoli», appunto. L'idea del giovane reporter si era trasformata in uno stile inimitabile e leggendario.
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