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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 06:41.

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Perché Intesa Sanpaolo ha deciso di aprire un grande museo nel cuore di Milano, e di ampliare i musei già creati in passato a Vicenza (Palazzo Leoni Montanari) e a Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano)? E perché ha in animo di aprire in futuro anche una sede museale a Torino?

Giovanni Bazoli risponde con chiarezza. Fissa il suo sguardo sull'Expo 2015 e sottoliena che questo straordinario appuntamento per Milano e per l'Italia deve essere occasione per far riscoprire a tutti i cittadini l'orgoglio e la passione di essere italiani. Varando il «Progetto Cultura», Intesa Sanpaolo si fa carico di una precisa responsabilità sociale verso il Paese: contribuire non solo alla sua crescita economica, ma anche a quella civile e culturale. «Poesia, bellezza, cultura - ha detto ieri il presidente del Consiglio di Sorveglianza presentando il Progetto Cultura al ministro Giancarlo Galan e al sindaco Giuliano Pisapia - sono parole abitualmente lontane da una banca, ma bene esprimono il senso profondo di quanto Intesa Sanpaolo vuole offrire all'Italia».

In occasione dei 150 anni dell'Unità, dunque, la mission di Bazoli è chiara: «Fare cultura per fare l'Italia» rendendo pubblico un variegato patrimonio di oltre diecimila opere d'arte, già catalogato e online, ma soltanto parzialmente visibile. La prima mossa di questo ambizioso progetto sarà l'apertura del polo museale milanese. Sorgerà in una sorta di quadrilatero della cultura, degno contraltare di quello della moda: 8.300 mq nel centro della città, tra piazza della Scala e via Manzoni. Si chiamerà le «Gallerie di Piazza Scala» e sarà un complesso architettonico unico nel suo genere, progettato da Michele De Lucchi per ospitare due musei, uno dedicato all'Ottocento (inaugurazione prevista a metà settembre), dove ammirare uno spaccato di storia dell'arte italiana dai gessi neoclassici di Canova ai capolavori del futurista Boccioni, e l'altro dedicato al Novecento (apertura prevista entro il 2012).

Il centro di Milano diventerà così un museo diffuso: da Palazzo Reale con il Museo del Novecento, attraverso la Galleria Vittorio Emanuele II e il Teatro del Piermarini, si entrerà nelle Gallerie di Banca Intesa Sanpaolo, ubicate in quattro edifici fino a oggi pressoché inaccessibili, eppure già noti ai viaggiatori dell'Ottocento per i loro affreschi e gli arredi neoclassici, per i cortili e giardini segreti. Su tutti spicca il settecentesco Palazzo Anguissola, opera di Carlo Soave, ricordato nel 1841 come «la casa più ammirata di Milano».

Conserva intatte le boiserie neoclassiche, i pavimenti di marmo e uno scalone monumentale. Qui troveranno posto i grandi dipinti risorgimentali di Domenico Induno, i quadri del romanticismo storico di Francesco Hayez, gli scorci di Milano di Angelo Inganni, mentre in giardino sono già state collocate alcune sculture in marmo del patrimonio Comit con maestri del Surrealismo europeo come Hans Arp e di Juan Mirò. Il secondo edificio è l'ottocentesco Palazzo Canonica (dal nome dell'architetto Luigi Canonica che vi progettò una bella corte colonnata centrale), in cui brilla oggi una scultura di bronzo di Arnaldo Pomodoro. Quindi Palazzo Brentani su via Manzoni, con i bei medaglioni di uomini illustri allineati in facciata, e il monumentale Palazzo Beltrami, con la poderosa facciata bianca su piazza Scala e il grande portone, realizzato da Luca Beltrami tra il 1906 e il 1911.

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