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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2012 alle ore 06:39.

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«Non un generico richiamo a una maggiore attenzione verso quello che è diventato un elegante orpello da mettere nel cassetto nei momenti difficili, bensì un ragionamento coerente e articolato sul perché l'Italia dovrebbe sfruttare il proprio patrimonio artistico come leva per innescare la ripresa, anzichè considerarla una spesa da emarginare».

È quanto scrive il blog "Zeronegativo" a proposito del Manifesto per la cultura lanciato dalla Domenica del Sole. Manifesto che - ribadisce "Stefanofracasso" - «rappresenta un vero capovolgimento rispetto al lapidario "con la cultura non si mangia" di tremontiana memoria». L'inziativa ha avuto un'ampia eco in rete: i blog che hanno commentato o semplicemente linkato l'articolo sono davvero tanti: "scienzainrete", "materialismostorico", "nuovaresistenza", "radioscienza", "iononfaccioniente", "scuolademocratica", "circololucedelsud", "paperblog", "sarpiatwork": tutti a sottolineare che si è in presenza di «un documento serio sul binomio beni culturali/cultura-sviluppo».

Scrive "diariodipensieri": «Quello che l'articolo vuole mettere in luce è lo stretto rapporto esistente tra cultura e sviluppo: bisogna investire in conoscenza per aumentare il progresso e la produttività del nostro paese. Un articolo trasversale che investe diversi settori, quali l'economia, la politica e l'istruzione, e che rispecchia la situazione italiana, tutt'altro che positiva». Un invito a firmare il Manifesto arriva anche da "legambientevalpellice": «Purtroppo nel nostro paese si è affermata, negli ultimi anni, la marginalità della cultura. Oggi si impone un radicale cambiamento di marcia. Bisogna porre lo sviluppo della cultura al centro delle scelte dell'intero Governo». Un programma forse ambizioso, ma che è assolutamente fondamentale mettere in atto. Perché, come ricorda, il Manifesto: "Niente cultura, niente sviluppo".

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