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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 07:54.

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Lo stato delle finanze vaticane arriva nella Congregazione dei cardinali, che ancora non hanno deciso quando inizierà il Conclave. Sono intervenuti con relazioni scritte i tre porporati a capo di dicasteri economici: Domenico Calcagno (Apsa), Giuseppe Versaldi (Affari economici) e Giuseppe Bertello (Governatorato), tre cardinali tra l'altro molto vicini all'ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

Le relazioni hanno seguito quindi una linea di "coerenza" tra di loro e a grandi linee hanno tracciato lo stato delle finanze pontificie, che verrà ufficializzato solo a luglio. Ma nelle conversazioni più ristrette tra porporati, che si tengono nei lunghi coffee break - e in contatti riservati la sera nelle rispettive residenze - sono emerse delle difficoltà di tenuta delle finanze papali, che soffrono della perdurante crisi dei mercati e di un erratico andamento dei mercati valutari, oltre che di un mercato immobiliare in difficoltà. Alcuni cardinali, sempre in incontri ristretti, avrebbero approcciato anche il tema della riforma della Curia riferita anche ai dicasteri economici, argomento più generale che - in altre forme - viene affrontato nelle relazioni sullo stato della Santa Sede e del coordinamento tra dicasteri, dove forte è anche il ruolo di Propaganda Fide (il cui prefetto, Fernando Filoni, ha parlato due giorni fa). Snellimento con accorpamenti? Non si è scesi nel particolare, ma di certo il nuovo Papa se ne dovrà occupare, e anche questo entra nel possibile identikit del futuro pontefice.
I più attivi, anche su questo argomento, sono risultati i cardinali americani, che hanno avanzato richieste pressanti per conoscere i contenuti del rapporto dei tre cardinali inquirenti (Herranz, Tomko e De Giorgi) sui Vatileaks, nel quale il tema-finanze è centrale. E in questo senso si è affrontato negli incontri più riservati il dossier relativo allo Ior. Il destino della banca vaticana è sul tavolo: dopo il caso scoppiato nel 2012 - e deflagrato nella stampa mondiale per le modalità con cui è stato gestito, al di là del merito delle questioni concrete sul tappeto - i cardinali Usa (ma anche di altre nazionalità, come gli asiatici pare) prima di entrare nella Sistina sembra vogliano conoscere in dettaglio la situazione della banca, lo stato dei conti, il tema della trasparenza. Sono girate ipotesi di cambio di nome, addirittura di accorpamento dentro altre strutture: anche di questo se ne occuperà il prossimo papa, delegando il futuro segretario di Stato, che per tradizione guida la commissione cardinalizia del Torrione, anche se Bertone è stato appena confermato, alla vigilia della sede vacante. Di certo gli americani di Curia conoscono bene la situazione dello Ior e quindi i cardinali d'Oltreoceano non avrebbero difficoltà a rintracciare chi potrebbe dare informazioni esaurienti.

Oggi intanto la Congregazione potrebbere decidere la data di inizio del Conclave: ieri sera è arrivato e ha giurato anche l'ultimo votante, il cardinale vietnamita Jean Baptiste Pham Minh-Ma, che ha completato «quota 115». A questo punto l'ingresso nella Capella Sistina potrebbe slittare rispetto all'11 marzo, data considerata fino ad oggi la più probabile. I cardinali sembrano intenzionati a procedere nelle riunioni, e sono ancora in molti a dover parlare: quindi si proseguirà anche domani, mentre domenica ci sarà una pausa.
Ieri poi sono scomparse le interviste pubbliche dei cardinali, dopo lo scontro con gli americani che ogni giorno tenevano dei briefing, dettando di fatto l'agenda sui media: il "silenzio-stampa" imposto dai vertici del Sacro Collegio sta funzionando e sembra che la tenuta stagna delle informazioni sia diventato uno dei problemi principali che deve affrontare la Chiesa.

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