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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2014 alle ore 07:05.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2014 alle ore 08:43.

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EDIMBURGO – Le speranze di centrare il traguardo fissato dagli Obbiettivi di sviluppo del millennio, cioè garantire che entro il dicembre del 2015 tutti i bambini in età scolare nel mondo possano andare a scuola, sembrano molto esigue. Di fronte a situazioni come quelle di Gaza, della Siria, dell'Iraq e della Nigeria, dove bambini e ragazzi sono finiti letteralmente nel mirino negli ultimi mesi, la sfida appare di colossale portata. D'altronde, per realizzare la promessa di un'istruzione per tutti è necessario che anche nelle circostanze più difficili (campi profughi o zone di guerra) i bambini possano acquisire in sicurezza un'istruzione di base.

La ricerca accademica indica che nessun Paese può sperare di raggiungere una prosperità solida a lungo termine (e nessun Paese può sperare di sfuggire alla trappola del medio reddito) senza investire massicciamente in un'istruzione di alta qualità. Questo è particolarmente vero per l'odierna economia della conoscenza, dove il valore di un'azienda è dato anche dal patrimonio umano, non solo da quello tangibile, e dove le borse valori valutano anche il capitale intellettuale oltre a quello fisico.
L'istruzione ormai da tempo è considerata il fattore più importante per garantire reddito, ricchezza, posizione sociale e sicurezza. Eppure milioni di persone rimangono sistematicamente fuori dal sistema scolastico o vengono lasciate indietro, con quasi metà dei bambini del pianeta che continua a non avere accesso all'istruzione di base.
Nei primi cinque anni dopo il varo degli Obbiettivi di sviluppo del millennio sono stati realizzati progressi importanti, con un incremento annuo dell'1,5 per cento nelle iscrizioni alle scuole elementari e medie inferiori. Se si fosse proseguito a questo ritmo, il tasso di iscrizioni avrebbe raggiunto il 97 per cento nel 2022 (l'Africa subsahariana ci sarebbe arrivata nel 2026).

Dopo il 2005, però, i progressi si sono arrestati, con il risultato che nei Paesi più poveri del mondo solo il 36 per cento dei bambini completa la scuola media inferiore. Di qui al 2030 quella percentuale sarà più alta, ma comunque non oltre il 54 per cento.
Come prevedibile, gli ostacoli maggiori li incontrano le bambine delle comunità rurali. Oggi tre bambine su quattro non ricevono l'istruzione primaria di base: nel 2030, ce ne sarà ancora una su due che non andrà alle elementari. Allo stesso modo, circa il 90 per cento delle ragazze oggi non riesce a completare la scuola superiore: nel 2030 questa percentuale sarà calata, ma solo del 20 per cento. E nell'Africa subsahariana, mentre i maschi dovranno aspettare fino al 2069 per raggiungere l'accesso universale all'istruzione primaria, le femmine dovranno attendere fino al 2086. Per garantire a tutte le bambine accesso all'istruzione media inferiore nell'Africa subsahariana servirà quasi un secolo, al ritmo attuale.

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