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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2014 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 27 novembre 2014 alle ore 08:20.

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Agli atti risulta che a concludere che «sussistono i presupposti finanziari per procedere all'acquisizione del 51% di Sienergy Project» sia stato proprio Sperandini. Cosa peraltro confermata dal professor Cotana: «Aveva fatto avere lui quel finanziamento, ed era responsabilizzato su tutta l'operazione».
L'acquisto viene formalizzato con i Fanini il 7 febbraio 2011. Dagli atti risulta che «il prezzo della presente vendita è stato di comune accordo stabilito nella somma di Euro 1.700.000», cifra con la quale Sienergia acquista il 51% di Sienergy Project, lasciando a Gaia il rimanente 49.
Otto mesi dopo, il 18 ottobre 2011, Gaia cede il 10% delle quote di Sienergy a una terza società, la I3G. «Per il convenuto prezzo di euro 150mila», attestano gli atti.
E qui salta all'occhio un'incongruenza: avendo Sienergia pagato 1,7 milioni per il 51% delle quote, il 100% sarebbe dovuto essere stato valutato poco più di 3,3 milioni. Il 10% sarebbe conseguentemente dovuto essere stato venduto a 330 mila euro. Poiché la cifra pagata da I3G è invece stata meno della metà, si possono fare due ipotesi: la prima è che Sienergia abbia pagato una cifra sopravvalutata del 122%. La seconda che I3G abbia avuto uno sconto del 55 per cento.

Nell'atto di compravendita si fa riferimento soltanto ai valori patrimoniali della società e quindi si potrebbe presumere che non ci sia stato un premio di maggioranza. Ma vogliamo essere ultraprudenti? Conteggiamo un possibile premio di maggioranza. Normalmente si parla di un sovrapprezzo che varia tra il 15 e il 35% del valore delle azioni. Anche con lo scenario estremo di un premio del 35%, Sienergia avrebbe comprato con una sopravvalutazione del 65%. Oppure I3G acquistato con uno sconto del 39.
A questo punto è ora di svelare l'identità del fondatore e dell'azionista di maggioranza di I3G. Il primo è Luca Di Carlo, cioè la persona che ricopriva la carica di amministratore delegato di Sienergia quando venne proposto per la prima volta in cda l'investimento di quell'impianto di teleriscaldamento. La seconda è sua madre, Venera Musumeci.
Riassumiamo: Di Carlo, Bollino e Sperandini, sono rispettivamente ad, presidente e membro del cda di Sienergia quando l'operazione viene instradata. Sperandini la sponsorizza e assieme a Bollino approva il pagamento di 1,7 milioni. Otto mesi dopo quel pagamento, la società della madre del loro ex collega di cda Di Carlo ne acquista una fetta a prezzo ultrascontato.
La spiegazione di Di Carlo
A noi Di Carlo ha spiegato di non ritenere ci sia stato alcun conflitto d'interesse: «Io non ero più in Sienergia quando è stato comprato l'impianto. Quindi non vedo cosa c'entro io». E il suo legame con I3G?
«Ero uscito anche da lì».
Lasciandola a sua madre. E che cosa fa sua madre?
«L'imprenditrice».
Una ricerca camerale attesta che l'unica società di cui la signora Musumeci ha mai posseduto quote è quella fondata dal figlio.
Di Carlo oggi siede sulla poltrona di responsabile della Direzione Ingegneria del Gse. Il suo diretto superiore è Francesco Sperandini.

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