Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2014 alle ore 10:09.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2014 alle ore 10:17.

My24

Mai come in questo periodo, il concetto stesso di Unione europea è stato in crisi. In realtà, prima non lo era. Lo è diventato da quando, alla prima unione, quella politica, si è affiancata la seconda, quella monetaria. Ci si potrebbe domandare se due unioni siano peggio di una. In realtà si tratterebbe di una domanda mal posta.

Infatti, con il passaggio da una a tre unioni (istituzionale, monetaria e bancaria) la situazione è sembrata migliorare e la matassa ha iniziato a dipanarsi. La strada è dunque quella di creare una pluralità di unioni che servano, come pilastri, a sostenere l'unione politica? Sembrerebbe di si.
Una unione di Unioni potrebbe dunque offrire una prospettiva interessante. Ha ragione il presidente della Bce, Mario Draghi, quando afferma che la moneta unica, da sola, non può risolvere tutti i problemi: i problemi possono essere risolti solo dalle riforme strutturali. Si tratta di un'affermazione che mette a nudo la criticità di base dell'euro. I romani avevano diffuso la loro moneta in tutto l'impero e, in tempi più recenti, il regno sabaudo l'aveva diffusa in tutta Italia. Ma prima, entrambi, avevano imposto la propria legge su tutto il territorio. Se si regola allo stesso modo il “dare” e l'”avere” di tutti i sudditi o i cittadini, allora la moneta unica costituisce lo strumento più efficiente per l'allocazione delle risorse. Se, invece, i diritti e i doveri sono diversi, la moneta diventa elemento di deflagrazione delle criticità.

Come abbiamo visto in questi anni, l'inseguire l'omogeneizzazione con regole di bilancio unificate e meramente quantitative, si è dimostrato una pura illusione. Infatti ogni paese può vantare i motivi per i quali le differenze del proprio ordinamento non consentono di realizzare l'obiettivo quantitativo di bilancio - prefissato in via generale - e magari anche che il suo perseguimento può determinare effetti negativi sull'andamento dell'economia. Tra l'altro, ogni paese sarebbe titolato a criticare il comportamento altrui. In buona sostanza, utilizzare la stessa moneta in due paesi dove, ad esempio, in uno l'età di pensionamento è fissata a 67 anni e, nell'altro, le figlie nubili hanno diritto alla pensione di reversibilità, rischia solo di produrre rivolte sociali. Per evitare queste conseguenze si sarebbe dovuto adottare prima, e per tutti, la medesima legge pensionistica.
Questo approccio non è stato seguito ed ora sarebbe assai arduo tornare indietro.
Per recuperare il terreno perduto, si può adottare un approccio gradualistico che, senza risolvere contemporaneamente tutti i problemi, si concentri nei settori-chiave, che possono costituire la base del cambiamento. A partire dai mercati finanziari. L'auspicata unificazione dei mercati finanziari - e, non a caso, al nuovo Commissario europeo preposto al settore è stato affidato il compito della Capital Markets Union - costituisce la frontiera sulla quale si vince o si perde la battaglia della moneta unica. In mancanza dell'unificazione dei “codici”, la sola strada realistica per affermare e mantenere il valore di una moneta comune, non può essere dunque che quella di dettare le medesime regole per il suo utilizzo.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi