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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 11:58.

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Tra pessimismo sull'Europa e avvenirismo sugli Stati Uniti d'Europa bisogna ritornare all'Euro-razionalità. Ovvero riconoscere i progressi fatti, sapere che l'Eurozona non può tornare indietro, puntare al suo rilancio tramite la governance e la crescita. È perciò positivo che il Consiglio europeo della settimana entrante abbia all'ordine del giorno crescita, occupazione e competitività. L'inizio del nuovo quinquennio istituzionale europeo (2014-19) dovrebbe però essere scandito anche da un netto rilancio dell'Eurozona (Uem) su tre temi: il suo governo; il contrasto alla deflazione; la strategia di crescita. Sono tre problemi complementari anche se hanno orizzonti temporali diversi.

Governo dell'Eurozona
Non vorremmo che il tema passasse in secondo piano sovrastato dal rinnovo delle cariche del Parlamento, della Commissione e del Consiglio Ue. La Uem nei cinque anni passati si è infatti rafforzata ma in modo incompleto. Bisogna perciò riprendere con vigore il progetto “Verso un'autentica Unione economica e monetaria” elaborato a suo tempo dal presidente del Consiglio europeo (Van Rompuy), dal presidente della Bce (Draghi), dal presidente della Commissione europea (Barroso), dal presidente dell'Eurogruppo (Juncker) e validato politicamente dal Consiglio europeo del dicembre di due anni fa. Questo progetto si fonda su quattro componenti: sistema finanziario integrato e unione bancaria; politiche di bilancio sane e integrate; politiche economiche per la competitività, la crescita e l'occupazione nel cui ambito rientrano gli accordi contrattuali per le riforme strutturali incentivate; legittimazione democratica dei processi decisionali.
Lungo queste direttrici sono stati fatti progressi negli ultimi cinque anni. Un fondo salva-Stati permente (Esm) e l'Unione bancaria sono stati varati. La Bce ha ampliato il suo raggio d'intervento. L'euro, che è stato oggettivamente a rischio, è stato salvato.Tutto il resto è rimasto sulla carta salvo il rigore del fiscal compact che però viene usato in termini restrittivi, riduttivi e anche sbagliati.

I l presidente Eurosummit
Il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance dell'Uem (detto anche fiscal compact,entrato in vigore il 1° gennaio 2013), ha istituzionalizzato un Eurosummit ovvero un “consiglio informale” dei leaderdell'Eurozona, che elegge un suo presidente che dura in carica due anni e mezzo (rinnovabili)come il presidente del Consiglio europeo. Nei fatti questo Eurosummit aveva iniziato a riunirsi regolarmente dall'ottobre del 2008 per fronteggiare la crisi. Il suo primo presidente nel 2013 è stato Van Rompuy, com'era ovvio dato l'avvio. Troviamo invece improprio che adesso a questa carica sia stato nominato eletto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Ciò infatti rallenterà di molto il processo verso le cooperazioni rafforzate dell' Eurozona sia perché Tusk, quale primo ministro polacco, si oppose duramente a un Trattato limitato all'Uem sia perché le due cariche sommate sono troppo onerose. Salvo controindicazioni legali, una nomina di gran peso sarebbe stata quella di Van Rompuy che certamente avrebbe dato un impulso molto forte, probabilmente decisivo, all'Uem. Anche altre personalità sarebbero andate nella stessa direzione mentre così si è fatta una scelta che al meglio sarà neutrale.

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