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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 07:32.
L'ultima modifica è del 23 dicembre 2014 alle ore 08:25.

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Con i prezzi petroliferi in calo che ormai esercitano pressioni al ribasso sui suoi sostituti, però, si potrebbe introdurre una carbon tax senza dover necessariamente aumentare il prezzo dell'energia pagato dai consumatori. I policy maker dovrebbero semplicemente essere disposti a sacrificare alcuni degli effetti stimolo a breve termine prodotti da un'energia più economica. Infatti, con prezzi sufficientemente bassi, i consumatori potrebbero in ogni caso continuare a beneficiare dei più bassi costi energetici, seppure in misura inferiore a quanto avviene adesso.

Resta da decidere in che modo strutturare questo schema di pagamento per le emissioni di anidride carbonica. Un sistema sarebbe quello di introdurre prezzi flessibili, collegati al prezzo del petrolio. Per esempio, ogni volta che il prezzo del petrolio al barile scende di cinque dollari, la carbon tax potrebbe essere aumentata di uno specifico importo. Per ogni aumento di cinque dollari del prezzo del barile, la tassa potrebbe al contrario essere ridotta, per esempio per un importo pari ai due terzi di quella cifra.

In questo modo, il costo delle emissioni di anidride carbonica aumenterebbe col passare del tempo – e questo sarebbe l'esito ottimale, secondo i modelli di crescita che tengono conto dei vincoli climatici. Al tempo stesso, questo sistema mitigherebbe gli effetti sui consumatori dell'instabilità dei prezzi del petrolio, stabilizzando maggiormente la loro spesa energetica. Infine, e forse più importante, un simile approccio sarebbe più attraente dal punto di vista politico rispetto all'introduzione di una carbon tax fissa, specialmente qualora questa fosse introdotta in un periodo di forte calo dei prezzi petroliferi.

In sintesi, i leader internazionali devono saper sfruttare i prezzi in caduta del petrolio e spingersi oltre l'idea di far pagare indirettamente le emissioni di anidride carbonica – facendo pagare di più le sostanze che la producono – e devono arrivare a mettere a punto una carbon tax vera e propria che possa immettere il mondo in una traiettoria di crescita più sostenibile. Il punto fondamentale è che, per avere un impatto reale, i parametri di imposizione dei prezzi sulle emissioni di anidride carbonica dovrebbero essere introdotti in tutte le economie più importanti.

Naturalmente, tenuto conto della moltitudine di imposte, tariffe e sussidi esistenti su vari prodotti energetici nei vari paesi, occorrerebbe tempo prima di raggiungere l'obbiettivo di allineare il costo effettivo dell'anidride carbonica con il suo livello economicamente più efficiente. In ogni caso, introdurre nelle economie più importanti una carbon tax moderata e flessibile sarebbe un primo passo avanti importante.

Oggi il panorama dei prezzi petroliferi in caduta permette alla comunità internazionale di compiere quel passo avanti. Dovrebbe essere modesto, così da essere politicamente fattibile. Dovrebbe essere flessibile, così da contribuire a stabilizzare i prezzi. E dovrebbe aumentare col passare del tempo, per indirizzare l'economia globale verso una strada più sostenibile. Ciò che conta più di qualsiasi altra cosa, comunque, è che dovrebbe concretizzarsi subito. Dopo tutto, questa finestra di opportunità non resterà aperta molto a lungo.

(Traduzione di Anna Bissanti)

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