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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2010 alle ore 19:13.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 15:56.
Magnifica "Serata Roland Petit" al Teatro Massimo Bellini di Catania. Dieci brani da celebri balletti ci hanno immerso nel mondo artistico di questo instancabile fanciullo oggi ottantaseienne.
Il lessico di Petit non è classico, e nemmeno moderno. È il suo. Ha radici accademiche. Ma spazia dalle punte al contemporaneo, con vere incursioni nel leggero, stile Broadway. E nel rock ("Pink Floyd Ballet"). Senza tralasciare la rilettura, ironica, dei capolavori romantici. La letteratura rimane la sua fonte d'ispirazione. È forse l'unico coreografo capace di creare un balletto d'azione senza raccontarlo, senza ricorrere alla pantomima ma ad una gestualità moderna, raffinata, stringata. Gli esempi sono moltissimi: dal "Gattopardo", a "Notre Dame de Paris"; da "La dama di picche" a "La voce umana". Su tutti la frizzante "Coppelia" che, ripulita delle parti più stucchevoli, rimane tra i suoi lavori più felici. Insieme alla "Carmen". Come re Mida, che ciò che toccava vedeva trasformarsi in oro, ogni volta in cui Petit scopre un testo, lo legge, lo rilegge, se ne invaghisce e lo trasforma in nuova materia di ispirazione per uno dei suoi lavori. In Proust, ad esempio, il coreografo vi ha trovato i motivi forti della vita, la memoria ma anche la disperazione e la gioia delle varie diversità.
L'étoile siciliana e gli altri. Ne hanno reso una sintesi folgorante Eleonora Abbagnato, la nostra étoile dell'Opèra di Parigi, insieme a Benjamin Pech, e, quest'ultimo con Mick Zeni, nei due estratti dal balletto "Proust ou les intermittences du coeur". Struggenti duetti di neoclassica fattura e di linee astratte dense di sentimenti, di vibrazioni del cuore. Da "Ma Pavlova", l'omaggio alla mitica ballerina del teatro Marjinskij e poi dei Ballets Russes, altri due estratti con, ancora, la Abbagnato che ipnotizza per bellezza, leggiadria e intensità davanti ad una cascata di stoffa bianca sulla musica di Bach; quindi sulle note di Massenet col partner cinese-cubano Lienz Chang. C'è poi Luigi Bonino, danzatore "storico" di Petit, che, ancora in gran forma, si è esibito in due divertenti e geniali gag danzati tratti da "Charlot danse avec nous", e nel valzer con la bambola di "Coppelia". Marta Romagna in coppia con Zeni sono stati gli interpreti della suite dell'"Arlésienne", storia di un amore impossibile che sconvolgerà la mente del contadino provenzale perdutamente innamorato di una misteriosa donna, al punto da uccidersi. In scena solo la grande finestra dalla quale egli si lancerà nel vuoto mentre risuona una vorticosa farandola.